Boboli, il giardino della botanica
Il parco che cinge Palazzo Pitti, ex reggia dei Granduchi
(Firenze, 22.6.2024) - Boboli, è il giardino storico che nell’Oltrarno fiorentino cinge e abbraccia Palazzo Pitti, l’ex reggia dei Granduchi. Nelle sue varie parti rinascimentali e barocche Boboli è stato per secoli il modello a cui si sono ispirati tutti gli altri giardini di corte in Europa, incluso quello di Versailles. Per tutto luglio sarà possibile visitare il parco anche il primo e ultimo lunedì del mese. L'ultimo ingresso al Giardino di Boboli e quindi la chiusura della biglietteria è sempre un'ora prima della chiusura.
Boboli appartiene all’European Route of Historic Gardens ed è Patrimonio Unesco dal 2013. E' un vero e proprio museo all’aperto unico al mondo, con uno straordinario patrimonio botanico, e un impianto paesaggistico e architettonico che ospita, tra i suoi viali, aiuole e boschetti, una collezione di oltre 300 sculture dell’età classica, del Rinascimento e del Barocco.
Da vedere la collezione di agrumi di Boboli, che è una delle più importanti in Europa a livello botanico. Con le sue circa 500 piante coltivate in vaso, appartenenti a circa 60 varietà diverse, parte delle quali di varietà medicee, è un angolo di paradiso e un angolo dove si respira il Rinascimento italiano.
Del giardino scrisse anche Herman Hesse, in Storie di vagabondaggio ''Wanderung''.
“Quando penso a Firenze la prima immagine che ricordo non è il Duomo o l’antico Palazzo della Signoria, ma il piccolo stagno con i pesciolini rossi nel Giardino di Boboli. Là, durante il mio primo pomeriggio fiorentino, mi capitò di parlare con alcune donne e con i loro bambini e ascoltai per la prima volta il dialetto fiorentino; e fu la prima volta che sentii davvero quella città, che tanti libri mi avevano reso familiare, come qualcosa di reale e vivo, come una città con cui potevo parlare e che potevo afferrare con le mani” (Hermann Hesse)
Oltre ad Hesse, altri scrittori, poeti, filosofi e artisti nei secoli hanno visitato il Giardino di Boboli e ne sono rimasti affascinati. Eugenio Montale era solito andarci quando viveva a Firenze, per declamare poesie alla sua musa. Lo amavano anche Henry James che ne parla nel suo “taccuino di viaggio”, Dostoevskij e Goethe che rimane a Firenze per poche ore, ma trova il tempo per visitare il Giardino Granducale. Da sempre luogo dell’immaginazione, Boboli ha ispirato opere, anche in tempi recenti, di scrittori popolarissimi come Dan Brown.
La storia di questo giardino inizia nel 1418 quando il terreno fu acquistato da Luca Pitti, costruttore dell'omonimo palazzo, destinato a divenire Reggia dei Granduchi.
Nel corso del 1500 fu acquistato da Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I, e ben tre famiglie (Medici, Lorena, Savoia) hanno messo mano ai suoi fiori, ai suoi vialetti, alle sue geometrie eleganti. Nei suoi 30 ettari di parco ci sono oltre 3000 piante ad alto fusto presenti, tra le quali abitano circa 300 statue.
Furono i Medici dal 1500, a curarne per primi la sistemazione, creando il modello di giardino all'italiana che divenne esemplare per molte corti europee.
La vasta superficie verde suddivisa in modo regolare, costituisce un vero e proprio museo all'aperto, popolato di statue antiche e rinascimentali, ornato di grotte, prima fra tutte quella celeberrima realizzata da Bernardo Buontalenti, e di grandi fontane, come quella del Nettuno e dell’Oceano. Le successive dinastie Lorena e Savoia ne arricchirono ulteriormente l’assetto, ampliandone i confini che costeggiano le antiche mura cittadine fino a Porta Romana.
Di notevole suggestione visiva è la zona a terrazzamenti dove si trova il settecentesco padiglione del Kaffeehaus, raro esempio di architettura rococò in Toscana o la Limonaia, costruita da Zanobi del Rosso fra il 1777 e il 1778.
Con fondi della Regione Toscana è stato restaurato il Giardino “segreto” delle Camelie, di oltre 300 metri quadrati, che si erge su un lembo di terra stretto e lungo, situato sul lato di ponente di Palazzo Pitti.
Grande cura è ovviamente dedicata al patrimonio arboreo di Boboli, che conta centinaia di alberi plurisecolari: è in corso un accurato programma di monitoraggio e valutazione di stabilità delle piante di alto fusto, con la sostituzione di eventuali esemplari che non rispondono ai requisiti di sicurezza o arrivati a fine ciclo.
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Per tutto luglio sarà possibile visitare il parco anche il primo e ultimo lunedì del mese. L'ultimo ingresso al Giardino di Boboli e quindi la chiusura della biglietteria è sempre un'ora prima della chiusura.
Ricordiamo, inoltre, le aperture serali degli Uffizi che consentiranno di ammirare la Galleria delle Statue e delle Pitture al tramonto. Il Museo, tutti i martedì fino al 17 dicembre, resterà aperto fino alle ore 22 (ultimo ingresso consentito alle ore 20,30). È possibile prenotare il proprio ingresso al numero: 055-294883 (attivo tutti i giorni dalle ore 8,30 alle 18,30) oppure online sul sito ufficiale Uffizi/biglietti o nel punto vendita ufficiale "Opera Your preview" in via Por Santa Maria 13r (aperto tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 18)
Tutti i martedì, fino al 17 dicembre 2024, la Galleria delle Statue e delle Pitture resterà accessibile di sera, offrendo ai visitatori l’esperienza magica dei capolavori dell’arte da ammirare nella luce del tramonto. In queste occasioni l’orario di apertura del museo si allungherà dalle 18,30 (orario ordinario di chiusura) alle 22,00 (con ultimo ingresso consentito alle 20,30). Le operazioni di chiusura della Galleria inizieranno alle ore 21,30.
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