Robert Scherer, artista del vetro
Storie d'arte - A Venezia collaborò nella vetreria ''Fucina degli Angeli''
E' stato allievo di Egidio Costantini maestro indiscusso dell'arte vetraria a Venezia e dell'innovazione in arte è sempre stato il paladino. Robert Scherer ha messo mano a molti lavori pubblici donati alla collettività, che l'hanno visto protagonista nell'elaborazione di progetti ambiziosi per teatri, chiese e cantine in tutto il mondo, persino a Mosby in California.
Nato nel 1928 a Corces presso Silandro, in Val Venosta, Scherer ha studiato all'Accademia delle Belle Arti a Vienna dal 1951 al '58. Dopo aver insegnato per alcuni anni in varie scuole dell'Alto Adige, ha deciso nel1966 di vivere come libero artista e pittore a Bolzano.
A Venezia ha collaborato nella vetreria "Fucina degli Angeli" dal 1968 quindi ha insegnato pittura murale ai corsi estivi dell'Accademia internazionale di Salisburgo (1977-82). Cofondatore e direttore della "Freskoschule Bozen" (scuola di affresco Bolzano), nei primi anni Ottanta, ha aperto uno studio ad Appiano nel 1988. E poi per molti anni si è rintanato in un meraviglioso palazzo con 99 finestre ad Ala: Palazzo Malfatti che ogni tanto apriva alla collettività per delle feste. Lì coltivava un sogno: farne una accademia per artista o magari una residenza per artisti emergenti con i quali scambiare visioni, tecniche, pensiero. Oppure ancora un centro estivo per l'arte, ma le istituzioni non gli hanno dato la dovuta attenzione, se si eccettua qualche personale nelle tante stanze della maestosa dimora posta nel centro di Ala, con pregevoli stucchi e un meraviglioso giardino interno.
Ad Ala ci era arrivato dopo innumerevoli viaggi e soggiorni in Israele, negli Stati Uniti, nell'Africa del nord, nello Sri Lanka ed in Grecia, che come artista lo hanno plasmato a tutto tondo. A Palazzo Malfatti lo abbiamo incontrato a inizio 2012: Scherer era già un solitario e ci sembrò dimenticato, ma anche contento della sua vita solitaria, e comunque "non necessitato", sereno.
Quando gli chiesi di parlare di sè rispose: "Ho sempre fatto la guerra dalla parte sbagliata. Era infatti nelle truppe tedesche. Ma remavo contro, non uccidevo e restavo solo per permettere alla gente di scappare" mi disse con il volto triste, come se si aspettasse di non essere creduto. Ma Robert Scherer non mentiva e non aggiunse altro. Era solo un soldato senza esercito.
Ha lasciato Ala nell'autunno 2015 - con una mostra pubblica per i suoi ex-concittadini - dopo quasi 20 anni di vita: se ne è tornato ad Appiano. Scherer ha sempre lavorato "innovando" utilizzando molteplici materiali e svariate tecniche: è un grafico, un pittore, un frescante, uno scultore. Ha "incontrato" il vetro a Murano, lì ha prodotto i suoi pezzi migliori. Nelle fornaci veneziane ci arrivò sull'onda di quel movimento sperimentale iniziato da Picasso e Chagall. E' stato poi uno dei soci fondatori di Vetroricerca Glas&Ricerca, centro per tecniche alternative alla soffiatura che fino a qualche anno fa era attivo a Bolzano, un vero e proprio centro di eccellenza che la Provincia non ha però saputo proteggere.
Per il suo novantesimo compleanno (è nato nel 1928), il Comune di Appiano gli ha dedicato un’ampia retrospettiva nell'ottobre 2018. Un omaggio in quel luogo che è stato per anni il centro della vita e della produzione artistica di questo artista estremamente poliedrico, che ha scritto la sua pagina nella storia dell'arte. L'ultima mostra istituzionale era stata a Vipiteno nel 2012 per iniziativa della Cassa Raiffeisen. Quaranta opere e la sua famosa «Pietà» per raccontare una vita tutta all'insegna dell'arte che avrebbe meritato più rispetto, quanto meno più attenzione.
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Autore: Corona Perer
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