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Pusteria, Terme in Val Fiscalina

Bad Moos Aqua Spa Resort di Sesto: sorgente minerale solfata nota fin dal 1765

Il Bad Moos Aqua Spa Resort di Sesto, conserva un tesoro: la sorgente minerale di acqua solfata nota fin dal 1765. Fare terme in Val Fiscalina (Alto Adige) è un'esperienza speciale.

L'hotel, nato nel 1971, grazie a numerosi restyling è rimasto sempre a passo con il tempo. Il signor Lanzinger e la moglie Katharina, ritratti in una foto d'epoca nella hall dell'hotel, avevano molti motivi per essere sorridenti e felici: non solo essere nati in una delle vallate più belle dell'Alta Pusteria, ma aver ereditato da madre natura, nel campo di proprietà adibito a pascolo, anche una fonte miracolosa.

La storia dei Bagni di Moso inizia nel 1765, anche se le sorgenti erano note almeno dal 1650. Nel 1800 fu costruito uno stabilimento di legno per i bagni, una Spa Alta Pusteria ante litteram, sostituita in seguito da una costruzione in pietra. A quel tempo la struttura balneare era frequentata soprattutto dalle donne, perché si riteneva che la fonte sulfurea producesse benefici effetti sulla fertilità. Fu così che il luogo divenne meta di pellegrinaggio da parte delle sterili. Ecco perchè accanto alla fonte ancora oggi troviamo la chiesetta di San Valentino.

L'acqua di questa sorgente sulfurea è ricca di sali minerali, fluoro, zolfo, magnesio e calcio. E' ricca di sali minerali, fluoro, magnesio, calcio e soprattutto zolfo. Il “minerale della bellezza”, come viene definito lo zolfo, rende quest’acqua un’autentica fonte di energia.

All'inizio del XX secolo, lo stabilimento dei Bagni di Sesto si era già evoluto. Si potevano effettuare bagni e cure idroponiche utilizzando l'acqua di tre diverse sorgenti: la sorgente sulfurea, ancor oggi utilizzata e che è stata riconosciuta come sorgente minerale, la sorgente "Augenquelle" (sorgente per gli occhi) e la sorgente "Magenwasser" (l'acqua per lo stomaco). Purtroppo, di quest'ultime due non si ha più traccia. Mentre è rimasta quella utilizzata dalla Spa del Bad Moos e nel giardino dell'hotel c'è la famosa fonte di acqua sulfurea che sgorga a 1.950 metri d'altezza dalle pendici del Croda Rossa.

E' una piccola capanna che si trova sul retro del complesso alberghiero a proteggere lo scorrere del torrente d'acqua da sempre utilizzato per le sue virtù benefiche.

L'acqua arriva all'interno dell'area Spa & Wellness c'è la fonte d’acqua sulfurea da bere anche più volte al giorno, per il benessere dell’organismo. Lo zolfo è infatti indicato contro reumatismi e disturbi digestivi, per le malattie alle vie respiratorie, per favorire il metabolismo e guarire malattie alla pelle, addirittura per rinforzare unghie e capelli. Spa, ricordiamolo, significa salute-per-aquam. Questo non è il classico centro benessere ma un vero e proprio centro di cura, che produce "anche" benessere. Uno stare bene che inizia con la prima colazione.

Il Bad Moos si inserisce in un paradiso naturale, la Val Fiscalina, nel cuore del Parco Naturale delle Dolomiti di Sesto, una cornice che definire speciale è un eufemismo. Chi ama la natura trova qui il punto di partenza ideale per passeggiate ed escursioni a piedi, in bicicletta e addirittura a cavallo nella bella stagione. In inverno il paesaggio si ricopre di neve e gli sportivi trovano il luogo perfetto per praticare sci e fondo, alpinismo e ciaspole. Gli impianti di risalita della Croda Rossa proprio davanti all’hotel permettono in tutte le stagioni di godersi la montagna in alta quota.

Ma tra tutte le attrazioni, sono le Tre Cime di Lavaredo le vere protagoniste. Si stagliano in tutta la loro maestosità e imponenza regalando uno spettacolo mozzafiato. Un sogno da realizzare è il Giro delle Tre Cime, un percorso circolare con partenza dal Rifugio Auronzo, situato a 2.320 metri di altitudine, che permette di ammirare questo capolavoro della natura da tutti i punti di vista. Altra opportunità da non perdere: l’alba sulle Tre Cime. Un’escursione emozionante e suggestiva che dal Rifugio Prato Piazza porta alla cima del Monte Specie a 2.307 m d’altitudine.

E al rientro i piaceri della tavola con le scelte dello chef Giovanni Togni. Ottii i suoi canederli (qui sotto c'è anche la ricetta!

La ricetta dello chef Giovanni Togni dei ''canederli allo speck dell’Alto Adige''
Ingredienti per 4 persone: 300 g di pane per canederli, 250 ml di latte, 200 g di speck tagliato fine, 100 g di cipolla tritata, 80 g di farina, 3 uova, 4 cucchiai di prezzemolo, 4 cucchiai di erba cipollina, noce moscata, sale e pepe a piacere.
Procedimento: mettere i dadini di pane per canederli in una ciotola e mescolarli con latte e uova. Far soffriggere la pancetta, aggiungere le cipolle e farle dorare. Aggiungere al pane il prezzemolo, l’erba cipollina e la farina, mescolare il tutto e condire a piacere. Mettere da parte e lasciare riposare, dopodiché con le mani e con un cucchiaio formare dei canederli rotondi. Farli cuocere per circa 15 minuti in acqua bollente salata, poi tirarli fuori e gustarli.
Consiglio: se l’impasto risulta troppo morbido, aggiungere ancora del pane. Ulteriore farina li renderebbe invece troppo duri.
Infine, lo sapevate? “Non è sempre necessario preparare i canederli con pancetta, fegato o formaggio. Anche gli spinaci, la zucca o i funghi vanno benissimo” spiega lo chef Giovanni Togni.

 www.badmoos.it


Autore: Corona Perer

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