illustrazione di Gloria Canestrini
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Scienza, Ambiente & Salute

Sos alberi: dalle parole ai fatti

Il convegno nazionale di ONDA (Organismo Nazionale Difesa Alberi)

di Gloria Canestrini - ''SOS Alberi: dalle parole ai fatti''. Questo il titolo del convegno nazionale, il primo organizzato da ONDA (Organismo Nazionale Difesa Alberi), un gruppo articolato di associazioni ecologiste che da anni si batte per la difesa degli ambienti boschivi, della natura ma anche del verde urbano. Insomma: di quei preziosissimi beni comuni che ci consentono di vivere e di respirare, almeno ancora per un po'.

Arriviamo in treno da Rovereto in una Firenze in assetto invernale, con un vento freddo e pungente che ci accompagna lungo il tragitto a piedi che ci conduce al di là dell'Arno, in Piazza Tasso. La sala detta delle “Ex Leopoldine” è una chiesa sconsacrata, con un bel portone e soffitti alti, messa gratuitamente a disposizione dal Comune per questa importante occasione, ossia un focus operativo sulla gestione conservativa degli alberi urbani e delle foreste, nell'interesse di tutti.

Quando arriviamo, dopo una breve sosta su una panchina nel piccolo parco piantumato a lecci per  fare onore ai nostri tramezzini, constatiamo con piacere che la navata delle Leopoldine è già gremita e il bellissimo soffitto ligneo con le capriate a vista racchiude un popolo animato dalla voglia di fare qualcosa per i nostri amici alberi. Un popolo attivo che, oltre all'entusiasmo, custodisce esperienze e saperi a lungo sperimentati nelle varie località italiane di provenienza. 

Scalda il cuore incontrare persone che non sfuggono i problemi, per quanto difficili, dovuti a un mix micidiale di circostanze avverse: il riscaldamento globale, la crisi climatica, la speculazione edilizia, l'inquinamento, lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali. Bisogna, insomma, trovare soluzioni. Ed è necessario farlo presto.

E' anche commovente (e giusto) che lungo il salone, una delle organizzatrici, Siriana Lapietra, abbia voluto organizzare una mostra di pittura: come a dire che l'arte può accompagnare il percorso di consapevolezza, di informazione, di proposta.
D'altra parte, dopo aver appena attraversato le bellezze di Firenze, da Santa Maria Novella a Santa Maria del Fiore, al campanile di Giotto, al Duomo, a San Lorenzo e poi, giù, a Orsanmichele a Piazza della Signoria, Palazzo Strozzi, Santa Croce, Santo Spirito e Palazzo Vecchio, qui la presenza dell'arte la si dà quasi per scontata, e così la bellezza.

Il Convegno prevede otto relazioni, per lo più in presenza, con un paio di collegamenti da remoto. Tutti nomi di spicco nell'ambiente accademico, tutti autori di saggi e di studi approfonditi: emerge subito l'interdisciplinarietà a cui sono improntati i lavori congressuali: si alternano infatti al microfono esperti in botanica, in questioni ambientali, in diritto, in ornitologia, in tutele collettive, in beni comuni.

 

Emerge anche subito, dal taglio delle relazioni, lo scopo dell'incontro. Scrivono gli stessi organizzatori: “Obiettivo principale sarà cercare insieme il modo per incrementare la comunicazione, la sensibilizzazione e, soprattutto, le tutele per i nostri amici alberi, tanto ignorati, maltrattati e persino calunniati. Speriamo davvero, tutti uniti e numerosi, di poter portare avanti iniziative di pressione sugli organi competenti affinché gli alberi, sia in contesto urbano che boschivo, siano sempre più valorizzati e protetti”.
Ecco, di seguito,  i temi delle relazioni e i loro autori.

Bartolomeo Schirone ci parla di “Gestione delle foreste e corretta comunicazione”, Teodoro Andrisano e Teodoro Pace, in collegamento, affrontano l'innovativo argomento “Tutelare alberi e foreste è nell'interesse del consumatore”, Daniele Zorzi di “Formazione, competenze e criteri decisionali nella valutazione degli alberi”. Fabrizio Cinelli prende in esame “Gli alberi nelle città: il pino, fra orgoglio e pregiudizio”, Marco Dinetti la “Longevità e i benefici degli alberi in ambito urbano”, Alessandro Bottacci affronta le “Foreste complesse e i cambiamenti climatici”, Ugo Corrieri, medico e psichiatra, dimostra che “Serva me, servabo te”, ossia salviamo gli alberi, che salveranno noi. In collegamento Stefano Deliperi, giurista, parla di “Tutele del patrimonio arboreo e come migliorarle”.

Chi è interessato ad approfondire qualcuno di questi temi, la ricerca in Internet sui lavori  e le attività di questi  studiosi di grande spessore, così come l'accesso alle pagine facebook di ONDA , Organismo Nazionale Difesa Alberi e alla mail dedicata “ondalberi@gmail.com”.

Prima di chiudere, vorrei però ricordare alcuni passaggi che, nella chiarezza della loro sintesi, hanno aperto la mente e il cuore del pubblico presente.

Parlando di patrimoni boschivi, è emerso, ad esempio, che la caccia non è un diritto dell'uomo. Gli esseri umani hanno diritto di sfruttare le risorse del bosco, ma la caccia non fa parte di questo diritto. La fauna selvatica è un bene comune. E ancora, le foreste, se lasciate evolvere in pace, (non è vero che sono invasive, anzi, in Europa sono ormai ridotte alla metà) sono capaci di tamponare gli impatti negativi o antropici leggeri, ma non di far fronte alle devastazioni, ai tagli richiesti dalle industrie, ai profitti sui beni comuni. Anche la combustione del legno, organizzata su vasta scala, produce diossine, mercurio, arsenico, polveri sottili e vanno subito fermati i riscaldamenti a biomasse. L'uomo infatti tende a ad accelerare i fenomeni, ma invece gli ecosistemi hanno bisogno di tempo. Per vivere, per rigenerarsi, per organizzarsi al meglio.

Anche gli alberi urbani devono essere lasciati tranquilli, senza potature selvagge o scapitozzamenti di sorta. Senza estirpazioni con la scusa che sono cresciuti inclinati o che sono malati: gli alberi si curano, proprio come le persone.  Ogni municipalità dovrebbe avere una Commissione di Garanti del Verde, che affianchi le Commissioni urbanistiche, per la corretta gestione degli alberi. Il perché sia necessaria la presenza del verde anche nelle città è presto detto: sono una sorta di medicina vegetale. Sia l'immersione in foreste che la prossimità di piante (ne bastano una decina appena!) vicino alle abitazioni infatti hanno enormi benefici sui valori vitali delle persone: meno cancro, meno encefaliti, meno glicemia, abbassamento della pressione, meno stress cronico, minor invecchiamento, nascita di nuovi neuroni anche in tarda età. Perfino la creatività e la memoria ne beneficiano e gli studi sull'Alzheimer confermano che il verde cura.

La presenza delle piante è anche legata all'acqua (la cosiddetta pompa biotica): gli alberi assorbono l'energia solare in eccesso, temperando il clima e restituiscono acqua sotto forma di vapore acqueo. Per questo, in estate, con il solleone, si sta meglio sotto un albero che sotto un tendone. E gli alberi più vecchi e alti  sono più efficaci di quelli giovani, aumentando la disponibilità di acqua dolce sul nostro pianeta.

Invece, la situazione del verde è drammatica, soprattutto per carenze normative e culturali che andrebbero invece prese in esame e potenziate.

Scrive il gruppo di ONDA: “ La narrativa dice che il mondo vegetale è una grossa seccatura che va poco d'accordo con l'organizzazione antropocentrica del mondo, figurarsi per chi si trova ad amministrarlo...” Per evitare queste “seccature” qualcuno, pensando ai profitti, sta pensando addirittura di proporre delle foreste artificiali, fatte di materiale sintetico. La follia avanza...

Occorrerebbero invece delle strategie comuni, un pensiero riconoscente alle piante, una consapevolezza e una voglia di conoscenza che non ci sono, al momento. Chi amministra pensa ad altro, soprattutto in Italia.
Il dato positivo è che la coscienza comune sui temi vegetali sta montando, specie tra i giovani.
Loro hanno capito che gli alberi sono il respiro del mondo.

Gloria Canestrini
Firenze, 18 gennaio 2025


Autore: Gloria Canestrini

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