Stato di polizia ad Hong Kong
In carcere Jimmy Lai Chee Ying
E' tornato in cella, Jimmy Lai Chee-Ying, 71 anni, e questa volta per un reato fiscale legato alla sede della sua società. Ma è indubbio che si tratti della vera motivazione. L'editore cinese infatti era stato arrestato e poi rilasciato nell'estate 2020 per aver preso parte "ad attività che minacciano la sicurezza nazionale".
Il proprietario del tabloid Apple Daily (nel frattemo chiuso) è tornato in cella all'indomani della condanna di Joshua Wong e di altri due attivisti.
La sua colpa: essersi chierato a favore delle riforme democratiche perciò in agosto era stato prelevato dalla sua abitazione insieme ai familiari, per sospetta "collusione con forze straniere", uno dei reati punibili con pene fino all'ergastolo dalla nuova legge entrata in vigore il 30 giugno scorso. Venne poi rilasciato su cauzione.
Ma il regime non lo ha lasciato in pace. Il 10 agosto 2020 viene arrestato dalla polizia, con l'accusa di aver violato la legge sulla sicurezza nazionale. Le accuse, secondo quanto riporta il South China Morning Post, sarebbero di collusione con forze straniere e di frode. Sono stati arrestati anche due suoi figli e due dirigenti di Next Digital, la cui sede è perquisita da un centinaio di agenti, filmati dagli stessi giornalisti in diretta Facebook.
Per solidarietà i cittadini di Hong Kong hanno acquistato in massa le copie dell'Apple Daily(in prima pagina "Apple Daily" ha mostrato un'immagine di Lai in manette con il titolo: "Apple Daily deve combattere"), portandone la tiratura dalle 70 mila copie solite a 550 mila, e comprato azioni della Next Digital che a fine giornata segnava un +331%.
L'11 agosto alcune delle persone arrestate sono state liberate su cauzione e a notte inoltrata è stato rilasciato anche Jimmy Lai. Ma il 2 dicembre 2020 è stato nuovamente arrestato dalla polizia per presunta frode, in quanto lui e due dirigenti di Next Digital avrebbero violato i termini di affitto per lo spazio degli uffici Next Digital.
Il 23 dicembre 2020, Lai ha ottenuto la cauzione dall'Alta Corte alle seguenti condizioni: deposito di HK $ 10 milioni; HK $ 100.000 di deposito da parte di ciascuno dei suoi tre garanti; rimanere sempre a casa sua, tranne quando si fa rapporto alla polizia o si partecipa ad udienze (arresti domiciliari di fatto); consegnare tutti i documenti di viaggio; vietato partecipare o ospitare interviste o programmi mediatici; vietato pubblicare articoli su qualsiasi media, pubblicare messaggi o commenti sui social media, incluso Twitter; presentarsi alla polizia tre volte alla settimana.
Il 31 dicembre 2020, la Corte d'Appello finale gli ha ordinato di tornare in carcere dopo che il Dipartimento di Giustizia - sotto il procuratore Anthony Chau Tin-hang - ha presentato ricorso contro la sua liberazione su cauzione. Il 9 febbraio 2021, la Corte suprema di Hong Kong ha negato la cauzione; una nuova richiesta di cauzione presentata da Lai è stata respinta il 19 febbraio.
Il 16 febbraio 2021, Lai è stato arrestato mentre era già in prigione per presunte violazioni della legge sulla sicurezza nazionale, inclusa l'accusa di aver aiutato l'attivista Andy Li nel suo sfortunato tentativo di fuggire a Taiwan con altre undici persone nell'agosto 2020.
Il 1º aprile 2021 è stato condannato insieme a Martin Lee ed altri per manifestazione non autorizzata per avere guidato il grande corteo di protesta (oltre un milione e settecentomila persone) nell'agosto 2019. La pena è stata annunciata il 21 aprile 2021: 14 mesi.
Il 28 maggio 2021 è stato condannato ad altri 13 mesi di carcere per aver aver partecipato a una manifestazione non autorizzata a favore della democrazia nell’ottobre del 2019. Inoltre i beni di Lai sono stati tutti congelati dal governo di Hong Kong, comprese le azioni di Next Digital Limited e i conti immobiliari e bancari locali di tre società di sua proprietà. Il quotidiano Apple Daily, il più diffuso ad Hong Komg, è stato costretto a chiudere.
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