Arte, Cultura & Spettacoli

Stregherie

Una mostra a Bologna sulle ''sovversive della Storia''

di Gloria Canestrini - La mostra “Stregherie: iconografia, fatti e scandali sulle sovversive della storia” già tenutasi con analogo titolo due anni fa alla Villa Reale di Monza si arricchisce ulteriormente di materiale importante, proveniente da collezioni private e museali, in particolare dal Museum of Witchcraft and Magic di Boscastle in Cornovaglia.

Già l'ampio scalone monumentale un po' buio che conduce al primo piano di Palazzo Pallavicini, nel cuore antico di Bologna, ci introduce a una mostra sorprendente e imperdibile. Ideata e prodotta da Vertigo Syndrome, è curata dal drammaturgo, performer ed esperto di esoterismo Luca Scarlini.

L'odierna esposizione, che si snoda attraverso le numerose sale del  quattrocentesco palazzo, tutte affrescate (nel salone dal soffitto a lanterna più alto della città si esibì un giovane Wolfgang Amadeus Mozart) riesce subito a emozionare per la sua capacità di unire arte (numerosissime le incisioni, le illustrazioni, ma anche le sculture e i dipinti di firme che appartengono alla storia dell'arte), documenti preziosi, installazioni, suoni.

L'emozione più forte viene però  dal cogliere l'immediata impostazione che lo staff guidato da Luca Scarlini riesce a imprimere in chi la visita: subito si capisce che il tema della strega, continuamente presente e continuamente rimosso nella cultura fin dall'antichità (e, potremmo dire, sempre di attualità), viene sapientemente coniugato con quello della natura, poiché la strega è “interprete profonda della natura, conoscitrice di segreti, annunciatrice di una nuova epoca di mutamento e metamorfosi, ambasciatrice del ritorno dell'animale in terra”, come si legge nell'introduzione al catalogo.

Quella della strega, quindi, è una vocazione, una chiamata all'ascolto, all'interpretazione e all'utilizzo del mondo vegetale e delle forze naturali presenti nel territorio dove la donna sapiente opera, che fa riferimento a una tradizione matrilineare e che tramanda  riti e conoscenze  di nonna, in madre, in figlia. Quali i margini di ribellione?

Secondo l'importante ricerca di Livia Federici, Calibano e la Strega. Le donne, il corpo e l'accumulazione originaria, “il potere maschile usò il lavoro gratuito femminile come leva del proprio arricchimento, tenendo fuori dalla spartizione del ricavato proprio chi compiva le azioni più faticose”. Escluse dal potere, perseguitate dalla religione cristiana divenuta arma di offesa per annichilire ogni spirito di indipendenza, le donne ribelli della storia trovarono comunque il modo per esercitare un potere alternativo quanto sovversivo: il contatto con il mondo della natura che consentiva alle donne del popolo di intervenire con antichi  rimedi su scelte fondamentali quali la contraccezione e l'aborto e sulla pratica della medicina popolare. Ecco che gli elementi naturali diventano filtri, pozioni, unguenti, balsami, decotti.

Nessuna riconoscenza, per le streghe, anzi: se le popolazioni rurali vedevano in loro le sole guaritrici possibili, “la propaganda ecclesiastica ha sempre insistito sulla natura disgustosa di questi preparati, che ricorrono a ingredienti tabù della vita di ogni tempo”(dal catalogo, Ed. Skira).

Quindi, nella distorsione dei fatti della propaganda ecclesiastica e delle imputazioni a carico delle donne processate per stregoneria, le sostanze spalmate sul corpo che inducevano la sensazione del volo non erano ricavate da erbe potenti e psicoattive quali quelle che abbiamo descritto nelle scorse  puntate di questa rubrica, ma dovevano derivare “dal grasso di bambini arrostiti e bolliti, mischiato a tutti gli animali velenosi disponibili: serpenti, rospi, lucertole, ragni e pipistrelli. Insomma, in queste furenti risoluzioni di legge viene messo a punto tutto quello che è l'immaginario gotico ancor oggi attivo” si legge in catalogo.

Questa immagine distorta, diffusa capillarmente anche attraverso le farneticazioni deliranti dei manuali di demonologia (in mostra due copie d'epoca del Malleus Maleficarum di Kramer Sprenger, che sembrano appositamente stampate in formato tascabile per consentirne l'agile utilizzo), fu veicolata anche per mezzo di bolle papali quali la Summis desiderantes affectibus del 1481, che è la premessa effettiva della caccia alle streghe.

Papa Innocenzo VIII tracciò con essa una figura di donna manipolatrice di erbe e creatrice di magiche pozioni (accuse già utilizzate per fornire all'inquisizione un facile strumento di oppressione contro gli ebrei, accusati di delitti rituali, come quello del bambino Simonino a Trento).

Il calderone è quindi uno degli oggetti principali della strega, in tutte le tradizioni iconografiche: famoso e presente nella copiosa iconografia della mostra ''Stregherie'' anche quello delle “strane sorelle” (Weird Sisters) del Macbeth.

Non mancano, in mostra, le raffigurazioni più ironiche, che ci consentono di tirare un sospiro di sollievo, dopo l'immersione tra le tante stampe antiche (incisioni, xilografie, litografie, disegni) che ritraggono più fedelmente la persecuzione, e queste raffigurazioni “leggere” sono legate per lo più al tema del volo.

Una miniatura del 1451 conservata alla Bibliotéque nationale di Parigi ritrae due felicissime streghe che compiono un tranquillo tragitto aereo a cavallo di grosse scope di saggina; una strega trionfante dal volto verde ritratta da Andy Warhol ride di gusto; una maga di Durer si solleva da terra insieme ai pianeti; la sequenza volante delle Sorcières di Joseph Apoux ci ricorda, sempre con maliziosa ironia, la voluttà e l'erotismo delle donne libere; l'acquaforte di Alber Welti illustra la fuoriuscita delle streghe dai camini in cerca di libertà durante la tradizionale notte di Walpurga. Il grande illustratore Arthur Rackham ne effigia ben quattro dal basso, mentre spiccano il volo accompagnate dai loro gatti neri; Goya fa aleggiare la sua Strega al Sabba munita di chitarra; Leonor Fini riesce a coniugare la cavalcata fantastica con i tacchi a spillo. Jean Veber raffigura le sue Streghe moderne del 1910 come due escursioniste che, lasciato il tandem a terra, si librano selvagge tra le nuvole.

Tra i volumi storici in mostra, anche quello settecentesco di Clemente Baroni Cavalcabò di Rovereto. L'impotenza del demonio di trasportare a talento per l'aria da un luogo all'altro i corpi umani, oltre al celebre Congresso notturno delle Lammìe di Girolamo Tartarotti.

In linea con lo spirito della mostra, un cartello, tra le altre cose, recita:” In questa mostra è permesso volare negli ambienti superando i 30 km orari solo a un'altezza minima di 2 metri per non intralciare il passo degli altri visitatori”. Perché no?

Erbe e streghe, volo e magia: le erbe aiutano a vivere, la fantasia e l'immaginazione a sognare. Non sono, in fondo, la stessa cosa?

Gloria Canestrini
Bologna, 7 marzo 2024

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STREGHERIE
Iconografia, fatti e scandali sulle sovversive della storia
Bologna, Palazzo Pallavicini (via San Felice 24)
17 febbraio – 16 giugno 2024


Autore: Gloria Canestrini

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