I paesi bianchi della Puglia
Territori da scoprire: la Valle d'Itria
(Testo e foto: Corona Perer) - Borghi candidi e bianchi, disseminati di trulli. In Valle d'Itria, in Puglia, 6 comuni sono chiamati i paesi bianchi: Alberobello, Martina Franca, Cisternino, Ostuni, Locorotondo, Ceglie. Qui il turismo chiede passi lenti: paesaggio ed eccellenze enogastronomiche chiedono soste meditate.
Il trullo è l'elemento architettonico tipico della Val d'Itria, lo si trova in campagna, un po' ovunque. Il toponimo ITRIA che deriva dalla Madonna Odegitria, protettrice dei viandanti culto introdotto nella piana pugliese dai monaci basiliani. Siamo nella Murgia Sud orientale.
Trulli tra Locorotondo e Alberobello (foto cperer)
La Murgia è la terra dei trulli e tutto il territorio ne è disseminato, non solo Alberobello che ne è icona universale. Li vedi a Cisternino, a Locorotondo; a Ceglie come ad Ostuni. Autentici angoli di Paradiso dove assaporare un turismo di alta gamma, tra masserie immerse tra gli ulivi secolari dove ci si sente proiettati in un altro mondo e in un altro tempo.
Ostuni è certamente perla tra le perle. La sua verticalità e i biancore delle sue case ammaglia e per certi versi acceca. Nel punto più alto c'è la concattedrale dedicata a Santa Maria Assunta. Una curiosità: il suo rosone romanico a 24 raggi è il più grande d'Italia. Eretta intorno al 1450 da un punto di vista stilistico è già proiettata sul gotico e sul suo sagrato si apre una piazzetta, deliziosa a tutto tondo.
Ostuni (foto c.perer)
Niente di quel che si è visto prima è pari ad Ostuni, ma Ostuni sembra essere la sintesi perfetta di quanto si vede in Val d'Itria. Terra dei Messapi (come Ceglie con la quale come detto si conteneva i pascoli), è protetta da una cinta muraria di origine angioina con 8 torrioni e 2 porte di accesso. Nella piazza principale (Piazza Libertà) svetta la guglia settecentesca con al suo apice un Sant'Oronzo benedicente. E' il patrono di Ostuni e se vogliamo il Santo della Puglia. Da secoli protegge la città bianca che con i suoi vicoli, le case bianche, i tesori archeologici e di arte sacra, le sue chiese ammalia.
Ostuni (foto c.perer)
Poco più sotto della Cattedrale c'è la Chiesa del convento delle Monacelle che racchiude al suo interno il Museo delle Civiltà preclassiche della Murgia meridionale: qui è conservata la donna di Ostuni, un'antica gestante di 28.000 anni fa sepolta con il bimbo che portava in grembo (> clicca qui)
Il territorio offre infinite possibilità per assaporare l'anima di Puglia nelle masserie e trovare esattamente ciò che è la Val d'Itria: un territorio da scoprire e da amare a prima vista.
Martina Franca è la più nobile tra le località della Val d'Itria ed è una vera città. Lo si percepisce immediatamente dal suo impianto urbanistico e dalle tracce angioine. Sotto l'arco di ingresso, intitolato a Santo Stefano, eretto nel 1764 in luogo del Ponte levatoio sul fossato che proteggeva la città murata (difesa da 12 torri di avvistamento), si ricorda il compleanno della città: nacque il 12 agosto 1310 come porto franco per decisione di Filippo d'Angiò. Devota a Martino di Tours, fu Ducato dei Caracciolo, e ancora oggi conserva il suo appeal di città nobile ed elegante, la cui ricchezza emerge nell'architettura dei palazzi, dove il rococò dà la mano al barocco leccese.
Martina Franca (foto corona perer)
Nell'ampio cortile di Palazzo Ducale, concepito come una reggia e costruito nel 1668 su progetto approvato da Gianlorenzo Bernini, si tiene ogni anno il Festival Valle d'Itria, con prestigiosi concerti di musica classica. Il Palazzo che è anche sede del Comune ed ha splendide stanze affrescate con una successione di stanza in stanza che ricorda la reggia di Versailles.
La mano che le ha adornate con dipinti di ispirazione arcadica e temi tratti dalla mitologia (le fatiche di Ercole, le metamorfosi di Ovidio) è quella di Domenico Carella. Magnifica la Piazza con la loggia circolare a cui si accede dal Ringo, il corso elegante dello struscio che sfocia di fianco alla Basilica di San Martino, dove sono conservate statue marmoree di grande bellezza scolpite da Giuseppe Sanmartino, celebre autore del Cristo Velato conservato nella cappella Sansevero di Napoli, e una rara scultura lignea della Madonna Pastorella del XVIII secolo. Quanto ai prodotti tipici anche Martina Franca ha scritto un suo proprio capitolo nelle tipicità pugliesi con il pregiato capocollo.
Cisternino, nel triangolo elettivo della Valle d'Itria, è la famosa patria delle macellerie-bracerie dove assaggiare le “bombette”, uno spiedino tipico di carne che viene cotta al forno direttamente in macelleria e si può degustare all'esterno del locale, che non è né un pub né una rivendita di carne in senso stretto: è l'uno e l'altro, la Braceria appunto.
Nella bella Piazza intitolata a Vittorio Emanuele, dominata da una torre neoclassica, la bombetta è una degustazione obbligata, cibo di strada di alto rango e molto economico: con 10-15 euro si mangia.
Cisternino (foto corona perer)
Anche qui il territorio è disseminato di trulli. La campagna di questo angolo di Val d'Itria è piena di ulivi secolari, alberi di mandorla, ciliegi, piante di fichi, fichi d’india. La gran parte del territorio è dedicata ad attività agricola e pastorizia.
La città dei trulli per antonomasia rimane Alberobello che ha un nome ameno, in realtà il toponimo deriva da Arboris Bellis, Albero della Guerra. Il trullo risponde a quei dettami che oggi chiameremmo bio-edilizia: il mastrotrullaro lavorava pensando all'elemento più prezioso - l'acqua - che veniva recuperata dal tetto e convogliata nella cisterne del sottosuolo. Il trullo era essenzialmente un monolocale per uso agricolo, ricovero per gli attrezzi o magazzino di derrate.
I trulli dal Rione Monti (foto corona perer)
Dovette penare non poco per conquistare la propria autonomia. E' solo nel 1797 e quindi a due passi dall'800 che riesce a liberarsi dal feudalesimo, grazie a sette uomini valorosi che insorgono contro la famiglia Acquaviva e riescono a far si che da villaggio rurale diventi autonomo, libero e indipendente. Oggi è Patrimonio Unesco e i suoi trulli costruiti in pietra calcare carsica a cerchi concentrici, sono visitati da milioni di turisti tutto l'anno. Due i rioni: quello più antico, riservato e autentico di Aia Piccola, e quello più commerciale e turistico del Rione Monti dove molti trulli sono oggi adibiti a negozio o a ristorante.
Ceglie Messapica, con le sue viuzze e la case “allattate” dalla calce bianca, è piccola ma piena di ristoranti. Dice le sue origine antichissime nel suo stesso nome: fu abitata dall'antica popolazione dei Messapi che vennero dall'Illiria e si stabilirono tra ottavo e terzo secolo avanti Cristo. E' però solo intorno al 1100 che viene citata in un documento che narra le contese per i pascoli con la vicina Ostuni.
Ceglie e le case allattate, cioè...bianche (foto c.perer)
Da vedere il centro storico con Largo Ognissanti e l'antica Agorà sulla quale si affaccia Palazzo Vitale addossato alle mura del borgo. In Piazza Castello si erge il castello Ducale con la torre quadrata sorta su una preesistente Torre Normanna. Al suo interno la pinacoteca comunale. Reperti molto più antichi al Maac, Museo di archeologia e di arte contemporanea, che espone una straordinaria collezione di selci, asce levigate, crateri e trozzelle di ceramiche indigene, insieme a reperti molto antichi tra i quali i resti della iena che viveva nella Murgia.
Da assaggiare il biscotto cegliese, che profuma di limone ed è a base di mandorle e miele con un cuore di marmellata. E' una tipicità vanto e orgoglio dei cegliesi che si tramandano gelosamente la ricetta da almeno 300 anni.
Anche Locorotondo condivide con le vicine Ceglie e Alberobello la verticalità e il biancore delle case. Le sue stradine lastricate in pietra dicono di un borgo lindo e curato, dove la pubblica amministrazione ha anzitutto lavorato sul senso civico di residenti. In questo meraviglioso balcone sulla Val d'Itria, che sembra avere ai suoi piedi un mare, e in realtà è la fertile campagna disseminata di trulli, vigneti e oliveti, c'è - non a caso - una passeggiata che chiamano il “lungomare”.Nelle giornate più limpide si può effettivamente vedere anche la costa Adriatica. Proprio in questo punto ha trovato sede una esperienza pilota di grande interesse.
Locorotondo (foto corona perer)
> www.valleditria.it
> Festival della Valle d'Itria
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Prodotti di Puglia
- Cisternino - Alla braceria ''Al vecchio fornello'' di Cisternino si degusta ottima gastronomia pugliese con le mitiche bombette a far da padrone!
- Castellaneta - La Puglia è il primo produttore in Italia il suo olio è una OGP. Oleificio "Le Ferre" da 20 anni produce su 10 ettari 10 cultivar diverse. La raccolta chiede velocità per cui se gli standard suggeriscono di lavorare le olive entro 24 ore all'oleificio Le Ferre le lavorano entro 12 ore. L'azienda esporta il 30% del lavorato, il resto è destinato al mercato italiano (si trova anche nella Grande ditribuzione nei banchi dedicati ai "grandi oli").
A Castellaneta ha sede anche il primo produttore italiano di melograno. Masseria Frutti Rossi srl produce frutto fresco e succhi che ditrisbuisce in tutta Italia e nel mondo con il marchio LOME da filiera corta anzi cortissima: tutti i frutti vengono lavorati a poche ore dalla raccolta in una stabilimento all'avanguardia immerso tra i frutteti il prodotto è freschissimo 100% italiano naturale senza l'aggiunta di additivi conservanti coloranti o zuccheri.
- Cisternino Olio buono alla Agricola biologica il Frantolio di Pietro d'Amico. Il Nettare d'oliva ad esempio è indicato per chi ha problemi di colesterolo e l'olio “lacrima di trisole” è una produzione in quantità limitate ideale per lo svezzamento dei lattanti perchè ottenuto da olive spremute con macine di pietra per lasciare intatte le qualità organolettiche e nutrizionali dell'olio. > www.masseria.ilfrantoio.it
- Alberobello: Il trullo ristorante -Il Ristorante ipogeo Casa Nova, è tato ricavato da un antico seminterrato adibito a stoccaggio di olio e vino. Qui si può degustare un menù tipico di altissima qualità.
- A Ceglie Messapica c'è la Med Cooking School una scuola di alta formazione creata in partnership con Gualtiero Marchesi e Alma la scuola di alimentazione da lui creata. Ha sede nell'ex convento dei domenicani un complesso risalente al '600, ex sede del Comune e da qui escono gli chef del futuro.
- Locorotondo - L'Azienda Agricola Bufano, sorta su 1 ettaro di terreno marginale e scosceso di proprietà comunale ha creato il Vigneto Sìrose. Il proprietario Domenico Bufano l'ha ricevuto in affitto per 20 anni. Agronomo presso le migliori cantine italiane, dal Chianti a Novacella in Alto Adige, ha dissodato il terreno, consolidato i terrazzamenti e impiantato vitigni autoctoni: il Primitivo Minutolo, la Verdeca, il Bianco di Alessano. La sua vigna è un giardino con piante di rose che fanno da sentinella per gli acari, e consentono al vignaiolo di premunirsi per tempo. Le tecniche di coltivazione sono di antiche e di ultima generazione: per allontanare gli insetti nocivi si lavora sulla confusione sessuale, le potature sono a rotazione e l'irrigazione si avvale ancora delle antiche cisterne. (www.bufanowine.it).
Il vigneto Bufano (foto corona perer)
> www.valleditria.it
> Festival della Valle d'Itria
GALLERY : fotoservizio Corona Perer
(riproduzione vietata)
Una delle due porte di Cisternino
Autore: Corona Perer
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