Terza Età: come invecchiare bene
La bellissima riflessione di Barbara Alberti
Foto: Depositphotos - L’invecchiamento porta con sé piccoli acciacchi e talvolta qualche limitazione della capacità di movimento. Tuttavia la gioia di vivere una vita attiva, la necessità di coltivare le proprie relazioni sociali, il diritto all’autonomia, al benessere e al piacere restano immutati. Ma si può invecchiare con stile.
Ma attenzione, abbiamo diritto ad invecchiare gratificati dall'essere vecchi, in un mondo che ci vuole solo giovani. C'è una magnifica riflessione dell'attrice e scrittrice Barbara Alberti. Si rivolge alle donne e lancia un'allarme: ''Stiamo attente, ci stanno levando tutto! Se ci levano anche la vecchiaia siamo fritte. Vogliono mettere fuori moda e fuori legge una parola: vecchiaia''.
"La vecchiaia è un'età anche interessante, la vecchiaia è un'età molto anarchica e romantica. Perché ogni giorno può essere l'ultimo, perché sei in fuga dalla morte e ogni giorno in più dici: tié, ti ho fregato. È un età molto fervida, è un'adolescenza senza domani. E sarebbe un'età interessante se non fosse che poi si muore.
Cioè, io la retorica sulla bellezza della vecchiaia la lascio al mercato che ci adula a noi vecchi per venderci i suoi schifosi prodotti. Mi secca essere vecchia, perché è la porta della morte ed è, e resta, una maledizione biblica. Però non è mai stata così brutta da quando si cerca di nasconderla, da quando non si nomina più, cioè, non è una parolaccia è il nome di una stagione, perché esistono le stagioni e c'è una grande durezza, ma anche una grande dolcezza in questo.
Terza età, anziano, mi fa sentire in fin di vita mentre vecchio ha un bel suono di battaglia, vecchio! La vecchiaia femminile è stata abrogata dal mercato e la donna è stata demonizzata: la donna accetta la farsa della giovinezza obbligatoria, la plastica è il nostro burqua.
Ci fosse il filtro di giovinezza ti credo correrei! Farei qualsiasi bassezza, vorrei avere sedici anni in tutto, specie nella mente, ma anche in corpo, nel fegato... E se non mi sono rifatta non è perché non sono vanitosa, ma è perché sono vanitossissima, di una vanità ributtante, e non voglio aggiungere l'oltraggio del bisturi a quello del tempo. Certo, ci vuole un senso dell'umorismo sempre più spiccato per portare in giro la propria faccia, però mica sei vecchio sempre. La persona libera cambia età molte volte al giorno: siate nonne a quindici anni, fidanzate a ottanta, ma non siate mai quelle che gli altri vogliono.
La donna oggi: in una mano la ramazza nell'altra il biberon nell'altra il computer nell'altra la biancheria sexy nell'altra i vecchi da curare. Ma quante mani ha una donna? E adesso bisogna pure essere fighe fino a ottant'anni. Ma perché? Non facevamo già abbastanza?"
Barbara Alberti
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Invecchiare bene - Ecco i compiti per casa
Il segno più evidente dell'invecchiamento è la memoria spesso subisce un declino marcato. Esiste la possibilità di migliorarla? Una risposta affermativa arriva dall’Università di Trento. L’Ateneo, infatti, ha coordinato una ricerca che descrive l’efficacia di alcuni semplici esercizi nel potenziare le performance mentali delle persone anziane. Compiti che aiuterebbero chi ha oltre 65 anni a migliorare la capacità di concentrazione e di memorizzazione degli oggetti.
I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Scientific Reports e rivelano potenziali misure di contrasto al decadimento cognitivo. Il team si è concentrato sulla memoria di lavoro visuo-spaziale, quella che aiuta a ricordarsi “cosa” e “dove” sono gli oggetti, uno degli scomparti del magazzino della memoria che per primo rischia di deteriorarsi con l’età.
La ricerca descrive l’efficacia della ripetizione di un compito di memoria nel ringiovanire le performance mentali. Un gruppo di 24 anziani (età compresa tra i 65 e gli 80 anni) e un gruppo di controllo di giovani adulti si sono recati per quattro giorni consecutivi nei laboratori di Psicologia sperimentale (Experimental Psychology Labs) del CIMeC.
Durante ogni giornata, è stato proposto loro il compito di memorizzazione un numero variabile di figure geometriche colorate. Nel corso della prima e dell’ultima giornata, mentre i partecipanti svolgevano tale compito di memoria, è stato registrato il loro elettroencefalogramma per valutare l’attività cerebrale.
«Anziani e anziane – riferisce Veronica Mazza, senior author dell’articolo - hanno migliorato la loro capacità di memorizzazione di oggetti dopo solo quattro sessioni di ripetizione del compito. In particolare, le persone anziane migliorerebbero la loro abilità di prestare attenzione agli oggetti importanti (per esempio, quelli contenuti nella lista con cui si sta facendo la spesa), e questo permetterebbe successivamente loro di ricordarli anche meglio. Dunque, lo studio suggerirebbe che migliorare i meccanismi dell’attenzione (per esempio, riducendo le fonti di distrazione) porta a una serie di vantaggi per diverse funzioni mentali».
Lo studio è stato condotto da Chiara Tagliabue e colleghe del Centro interdipartimentale mente/cervello (CIMeC) dell’Ateneo di Trento in collaborazione con l’Università di Birmingham e con il supporto di un finanziamento della Fondazione Caritro (Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto).
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