Theodor Kofler, il pioniere fotografo
Realizzò le prime foto aeree alle piramidi d'Egitto
Theodor Kofler, un pioniere. Di più: il pioniere fotografo. Realizzò le prime foto aeree alle piramidi d'Egitto. Ben 15 anni di studi e ricerche in ogni angolo del mondo hanno permesso di stabilire il suo primato: Theodor Kofler è l’autore delle prime immagini aeree sulle piramidi egiziani. Le scattò nel 1914.
Nel 2010 il Circolo Culturale La Stanza di Bolzano, su incarico dell’Istituto di Egittologia dell’Università Statale di Milano, organizzò una mostra in cui vennero presentate alcune foto straordinarie: quelle delle piramidi di Giza e dei più celebri templi della valle del Nilo fotografati dall’aereo.
Le fotografie risultavano firmate Kofler Cairo 1914. Ma chi era Kofler? Chi era l’autore di quegli scatti destinati ad entrare nella storia della fotografia (in quanto prime foto aeree archeologiche) e dell’archeologia? Da quel momento scattò un appassionante e intricatissimo “chi l’ha visto” scientifico.
Nel 2015 il mistero è stato svelato all’Università di Milano, alla presenza del prorettore Cornelia Candia, nonché del console generale egiziano Ali El Halawani e del direttore del Forum austriaco di cultura Herbert Jäger, l’egittologa professoressa Patrizia Piacentini curatrice per tanti anni di uno studio instancabile che ha svelato il nome e cognome dell’autore di quell’album fotografico di straordinaria rilevanza scientifica. Il suo nome era Theodor Kofler, nato a Innsbruck, ma figlio di un pasticciere di Campo Tures in valle Aurina.
Due i nomi cruciali in questa ricerca: Andrea Palvarini che è riuscito a risalire al nome dei due piloti degli aerei dai quali Kofler nel gennaio 2014 scattò le fotografie che ora lo hanno consegnato alla storia e Beniamino Vettori appassionato archeologo e trait d’union con l’Università milanese.
Di Kofler oggi si sa finalmente tutto: da quando nel 1904 andò per la prima volta in Egitto, al modello di aereo sul quale volò per scattare le 21 affascinanti immagini raccolte in un album ritrovato per caso in Francia, da quando finì prigioniero degli inglesi nel campo di internamento di Malta, a quando assieme all’altro fotografo bolzanino Heinz Leichter lavorò a Luxor, fino a quando morì, alla fine del secondo conflitto mondiale, sulle rive del lago Vittoria in Tanzania. Una vita che fu un autentico quanto straordinario, romanzo d’avventura.
Una bellissima mostra allestita a Milano qualche anno fa proprio grazie all'Università e curata dal designer Alessio Carpanelli, ha permesso di riscoprire questa storia, tra scienza e innovazione: prchè questa era la fotografia, al tempo, una rivoluzione tecnologica.
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