Tina Modotti. Il fuoco delle passioni
Mostra a Rovigo dedicata alla fotografa, attivista e attrice
Ultimi giorni per visitare la mostra a Rovigo dedicata a Tina Modotti a Palazzo Roverella: chiude il 28 gennaio. Poi, calato il sipario sulla Modotti, inizierà l’allestimento del nuovo atteso appuntamento rodigino: quello con la monografica su Henry de Toulouse-Lautrec (dal 23 febbraio al 30 giugno).
Tina Modotti (1896/1942) fotografa, attivista e attrice italiana, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della fotografia contemporanea. Ad introdurla alla fotografia fu il grande fotografo americano Edward Weston, di cui fu modella e assistente. Con lui sperimenta l’uso della macchina fotografica, spaziando dalle architetture alle nature morte, per poi dedicarsi anima e corpo a raccontare la vita, il lavoro, la quotidianità dei ceti popolari, contadini e operai, cui lei sentiva di appartenere.
I suoi celebri scatti, che compongono le collezioni dei più importanti musei del mondo, sono il simbolo di una donna emancipata e moderna, la cui arte fotografica è indissolubilmente legata al suo impegno sociale.
Poverissima e costretta ad emigrare, Tina avrebbe potuto seguire la carriera di attrice, e sfruttare la sua rara bellezza per il facile ottenimento di agi economici ma la sua scelta di libertà la porta invece verso lo studio e l’approfondimento delle sue innate doti artistiche. Tina espresse la sua idea di libertà attraverso la fotografia e l’impegno civile soprattutto in Messico, Paese che l’aveva accolta e di cui divenne un’ icona, ma oltrepassò ben presto i confini delle Americhe, per essere riconosciuta sulla scena artistica mondiale.
Durante la sua breve vita, insieme al compagno Vittorio Vidali, si impegnò in prima linea per un’umanità più libera e giusta, per portare soccorso alle vittime civili di conflitti come la Guerra di Spagna.
Non potrà mai tornare nella sua amata terra natale a causa delle sue attività antifasciste e di una morte prematura avvenuta ad appena 46 anni, alla quale resero omaggio artisti come Picasso, Rafael Alberti e Pablo Neruda.
Neruda in particolare, colpito dalla morte improvvisa dell’amica, avvenuta la sera del 5 gennaio del ’42 mentre in taxi tornava da una cena con amici, le dedicò un accorato epitaffio: “Tina Modotti, sorella non dormi, no, non dormi: forse il tuo cuore sente crescere la rosa di ieri, l’ultima rosa di ieri, la nuova rosa. Riposa dolcemente sorella. Sul gioiello del tuo corpo addormentato ancora protende la penna e l’anima insanguinata come se tu potessi, sorella, risollevarti e sorridere sopra il fango. Puro è il tuo dolce nome, pura la tua fragile vita: di ape, ombra, fuoco, neve, silenzio, spuma, d'acciaio, linea, polline, si è fatta la tua ferrea, la tua delicata struttura”.
Rimasta in ombra come molte altre donne artiste, fu riscoperta con la mostra al Moma di New York del 1977. Da quel momento la sua figura di donna intellettuale ed anticonformista, così come la sua opera fotografica, sono state oggetto di studi ed approfondimenti, confermandone il ruolo di grande protagonista del XX secolo.
A Tina Modotti, la più leggendaria delle donne fotografe, è dedicata a Rovigo (palazzo Roverella) dal 22 settembre al 28 gennaio 2024, la mostra monografica con più di 200 immagini insieme a filmati e documenti, curata da Riccardo Costantini con la collaborazione di Gianni Pignat e Piero Colussi.
Tina Modotti. Il fuoco delle passioni.
Rovigo, Palazzo Roverella
22 settembre 2023 - 28 gennaio 2024
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