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Viaggi & Reportages

Trieste città di mare e di vento

Bellezze italiane: la forza della Natura e della Libertà

Quando pensi a Trieste, senti il vento addosso. E respiri la forza della Natura e anche la Libertà. Trieste città di mare e di vento. Bella e colta, Trieste è la città più cosmopolita d’Italia. Vi si respira il glorioso passato asburgico e negli incroci di lingue, popoli e religioni che ancora la caratterizzano si intuisce con facilità la sua anima insieme mitteleuropea e mediterranea. Trst in sloveno,riest in tedesco, Trieszt in ungherese. Qui si respira quel clima culturale così speciale che un aggettivo ben definisce: mitteleuropeo.

La leggenda vuole che anche il mitologico eroe greco Giasone, alla ricerca del “vello d’ora“, sbarcasse con gli Argonauti alle foci del Timavo. Un bosco sacro, alle pendici del monte Hermada, sarebbe inoltre dedicato agli eroi Antenore e Diomede.

Cuore della città è la più bella e la più simbolica delle sue piazze, oggi dedicata all’Unità d’Italia. I palazzi che vi si affacciano sono una sintesi perfetta della storia di Trieste. Il lato più spettacolare della piazza è però quello rivolto al mare, su cui si allunga per oltre duecento metri il Molo Audace.

Con i suoi oltre 204.000 abitanti è il comune più densamente abitato della regione e dell'intero Triveneto. Trieste, fulcro della regione storico-geografica della Venezia Giulia, fa da ponte tra l'Europa occidentale e centro-meridionale, mescolando caratteri mediterranei ed mitteleuropei.

Importante snodo ferroviario e marittimo, fu con il suo porto il principale sbocco marittimo dell'Impero Asburgico, che nel 1719 gli riconobbe lo status porto franco. Il porto franco venne mantenuto (con il nome di Porto Libero di Trieste) anche nel Trattato di Parigi fra l'Italia e le potenze alleate del 1947 con il quale veniva istituito il Territorio Libero di Trieste.

Oggi è uno snodo internazionale per i flussi di scambio terra-mare tra i mercati dell'Europa centro-orientale e l'Asia.

Le origini della città di Trieste sono antichissime. Già nel II millennio a.C. tutto il territorio della provincia di Trieste, dall’altopiano al mare, fu sede di insediamenti protostorici: i castellieri arroccati sulle alture e protetti da caratteristiche fortificazioni in pietra, i cui abitanti appartenevano ad una popolazione illirica di stirpe indoeuropea.

Nel 50 a.C. circa, il piccolo borgo di pescatori divenne colonia romana ed il nucleo abitativo venne cinto da forti mura e, successivamente, arricchito di importanti costruzioni quali il Foro ed il Teatro, i cui resti sono visibili ancora oggi sul colle di S.Giusto.

Il III secolo d.C. registra ripetute invasioni barbariche e soltanto a metà dell’800, quando il vescovo Giovanni acquista da Lotario, re dei Franchi, il potere sulla città cominciò una fase storica caratterizzata da maggior stabilità.

Trieste riuscì ad affermarsi come libero comune appena nel 1300 ma, nel momento in cui venne nuovamente minacciata la tanto sospirata autonomia, la città, nel 1382, si pose spontaneamente sotto la protezione di Leopoldo III d’Austria, instaurando il lungo e fecondo rapporto con la dinastia asburgica.

Il passaggio alla Trieste moderna avvenne nel 1719, quando Carlo VI decretò, con un editto, la libertà di navigazione, aprendo così le porte al commercio e assegnando alla città il privilegio di Porto Franco.

Successivamente, sotto Maria Teresa e Giuseppe II, i benefici concessi alla città accrebbero i già prosperi traffici, attirando la contempo persone di varia provenienza e creando così quel cosmopolitismo che ancora oggi si ritrova nei luoghi di culto, nel dialetto e nei cognomi stessi dei triestini.

Nell’ ‘800, in un clima di prosperità generale, vennero fondati i grandi gruppi assicurativi, le compagnie di navigazione, si sviluppò la Borsa e crebbe la produzione artistica e culturale.

La crescita della città, da un lato ne fece uno dei centri più importanti dell’allora impero asburgico, dall’altro ne rafforzò il sentimento di italianità, sia culturale che politica. Il ritorno all’Italia, così lungamente atteso, avvenne nel 1918, in un tripudio tricolore.

Il secondo conflitto mondiale comportò la perdita delle terre della penisola Istriana, passate alla neocostituita Jugoslavia, e la storia della città in quel buio periodo, è caratterizzata da numerose e tristi vicende, molte delle quali gettano ancora oggi, dopo più di mezzo secolo, oscure ombre.

La sorte della città, pretesa dalla Jugoslavia, rimase incerta per lungo tempo: in attesa di definizione, l’entroterra venne diviso in due parti, l’una amministrata dagli angloamericani e l’altra dagli jugoslavi.

Nello specifico, la città fu soggetta all’amministrazione alleata con la costituzione del Territorio Libero di Trieste. Solo nel 1954, con la firma del Memorandum di Londra, Trieste e il suo entroterra furono definitivamente restituiti all’Italia.

Trieste è anche la città del caffè. Porto franco per l’importazione del caffè sin dal Settecento, il porto di Trieste è tuttora il più importante del Mediterraneo per il suo traffico. Ma caffè a Trieste fa rima anche con letteratura: numerosi e bellissimi sono i caffè letterari, locali storici dal fascino retrò frequentati un tempo da grandi autori come James Joyce, Italo Svevo, Umberto Saba e ancora oggi molto amati dagli scrittori e dagli intellettuali. Fare una pausa in uno dei caffè storici di Trieste è un vero e proprio rito da non perdere, e qui non chiedete un caffè: chiedete un “nero”.

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Autore: Corona Perer

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