Houmt Souk: foto cperer
Houmt Souk: foto cperer
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Tunisia, all'asta del pesce di Houmt-Souk

Il battitore in trono di legno e pantofole, con lo sguardo di un Dio del Mare

Djerba, Corona Perer - 'Seduto in pantofole su un trono di legno che domina il bancone, ha lo sguardo penetrante (e terribile), da autentico Dio del Mare o del peggior Pirata del mare.  Potrebbe fulminarti con gli occhi o sbranarti con quel che resta della sua dentatura.
Autorevole e distaccato, non sorride, calato come è nel suo ruolo di battitore e i suoi gesti minimali, interpretati dai clienti che ne scrutano ogni movenza, tra le urla e il vociare generale, è uno spettacolo.

Sembra di stare in teatro e invece siamo in Tunisia, all'asta del pesce di Houmt-Souk, isola di Djerba.

Il volto del mercante chiama alla mente quello mitico della medusa, la sua voce è perentoria e potente, la smorfia - quando il prezzo proposto è troppo basso - porta alla luce pochi denti, da consumato attore non obietta ai flash dei turisti, ma non si lascia per nulla distrarre dalla sua funzione e batte il pesce di lotto in lotto. Uno spettacolo davvero imperdibile.

 

Siamo in uno dei mercati principali e tipici del pesce tunisino nel centro principale di Djerba ad Houmt-Souk dove si tiene l'asta mattutina del pesce. Uno spettacolo imperdibile: attorno al trono sul quale siede il mercante si muovono gli assistenti che mostrano le collane di pesci.

Lui ha gli occhi di un pirata, indossa il tipico cappello di paglia dell'isola, solleva e sventola i pesci che brillano come fossero argenti preziosi, scandisce il prezzo in dialetto djerbese.

Davanti a lui i clienti (solo uomini) rilanciano il prezzo e solo quando la collana scende e finisce in una sacchetto di plastica si sa che la contrattazione per quel “lotto” è terminata. E quando la collana da battere disturba il piede, dà un piccolo calcio di pantofola.

Due assistenti hanno il compito di impacchettare e riscuotere. C'è una garanzia il pesce è stato pescato al mattino, ed è freschissimo: proviene anche da una pesca a mano che è facile osservare nella laguna di Djerba.

Non si tratta di grossi tagli e non si ha la sensazione di spreco e quantità che si vede nei nostri mercati. Quello che si osserva è invece un mercato tipico a misura d'uomo, destinato a sfamare le famiglie djerbesi.

 

A Houmt Souk del resto si contratta su tutto. Il suo nome stesso significa mercato che è relazione, vita e scambio. Un codice quasi, scritto nel dna dei djerbesi.

Al mercato del pesce arrivano anche le vongole pescate nel golfo sul quale si affaccia l'isola di Djerba. Forse non tutti sanno che ci vogliono 48 ore perché quelle raccolte sul golfo di Gabès (300 km a sud di Tunisi), vengano vendute a Roma, Parigi o Madrid.

E quando se ne va il sontuoso battitore, subentrano gli assistenti, ma ormai il meglio dello spettacolo è finito, la gente se ne va e anche sul banco resta poco pesce, e di minor valore.

Il golfo di Gabès è una ricca zona di pesca. I governatorati di Sfax e Gabès sono le aree più produttive e una buona parte della popolazione locale vive di pesca costiera. E sono le donne le vere protagoniste di questo mercato: pescano in acqua, chine per ore sotto il sole, a piedi nudi.

Alle "pescatrici tunisine a piedi" rimane però ben poco di questa durissima raccolta: le vongole vengono pagate 2 dinari tunisini al kg, circa 1 euro, il rivenditore italiano o francese le fa pagare 10 o 15 volte di più. Per la maggior parte delle donne rurali che vivono sulle coste del Golfo di  Gabès, la raccolta a piedi delle vongole è il principale mezzo di sussistenza.

All'indomani della Rivoluzione dei Gelsomini, la Fao ha lavorato con il governo tunisino per attivare un processo partecipativo per rafforzare il ruolo delle donne nella filiera delle vongole, puntando ad ottimizzare i loro guadagni ed a rendere sostenibile la pesca, in particolare aprendo la strada ad altre azioni di sviluppo nella nuova Tunisia democratica. L'obiettivo principale era migliorare i mezzi di sussistenza delle famiglie più povere e la sicurezza alimentare delle popolazioni vulnerabili costiere del litorale mediterraneo tunisino.

La pesca a piedi delle vongole è infatti un'attività penosa. Ogni giorno le donne percorrono lunghi tragitti nella bassa marea, con una postura molto scomoda, a schiena curva sotto il sole cocente, immerse fino ai ginocchi nel freddo fango marino. La raccolta è un'attività artigianale che le occupa per 70 giorni all'anno.

Anche il loro lavoro finisce all'asta dove a fare la differenza è però il carisma del mercante, la sua voce, la sua inflessibilità, il suo consumato mestiere e la sua insindacabile decisione di fermare il prezzo assegnando il lotto.
Si paga, si piglia e si porta a casa: il pesce fresco ogni giorno è assicurato.

(Houmt Souk - Corona Perer, maggio 2016)

 


Autore: Corona Perer

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