Perchè gli italiani non leggono
''Colpa della scuola'' afferma Umberto Galimberti
(Foto copertina Depositphotos) - Perchè gli italiani non leggono? ''Colpa della scuola'' afferma Umberto Galimberti che partecipando in Trentino a Biblioè aveva messo - come suo solito - il dito nella piaga spiegando che leggere un libro richiede una fatica: quella di entrare in crisi, ovvero mettersi a confronto con altre idee per magari modificare le proprie. Una fatica che pare si possa evitare ma è disastrosa per il livello culturale nazionale. Di chi è la colpa? Della scuola.
"In Italia non leggiamo e siamo agli ultimi posti in Italia perché la scuola non funziona e gli insegnanti non sono adeguati. Gli insegnanti devono essere degli affascinatori, oltreché essere adeguatamente formati e questo in Italia non c'è più da molti anni'' ha affermato il professore.
''Per leggere un libro ci vuole passione, leggere costa fatica, ci vogliono degli educatori che riescano a motivare e appassionare i ragazzi, gli adolescenti. Appassionare alla cultura, questa è la chiave di volta" aveva detto Galimberti partecipando ai "Dialoghi sulla cultura" di Biblioè insieme a Flavia Piccoli Nardelli, Riccardo Mazzeo e con il coordinamento di Giorgio Zanchini, conduttore radiofonico Rai.
"La cultura è il destino di un popolo, guardate lo sterminio degli ebrei e quello degli armeni, il primo è molto più noto perché gli ebrei sono molto più colti - ha detto Galimberti - l'educazione investe la sfera emotiva, le pulsioni le abbiamo per natura, poi le emozioni che sono a metà strada fra natura e cultura. I giovani di adesso non hanno un livello emotivo maturo, non conoscono la differenza fra bene e male. Ci sono molti soggetti psicopatici. I sentimenti vanno educati e i sentimenti li abbiamo per cultura. La letteratura ci insegna cosa sono i sentimenti''.
Galimberti ha poi spiegato il ruolo educativo del dolore. ''Se io conosco un dolore perché ho letto tanto, posso uscirne e non è più un dolore atroce. Non bisogna riempire le scuole di computer ma di maestri, di persone che sanno affascinare ed educare. Dopo si tornerà a leggere. Viviamo nella società della tecnica e interpretiamo ancora il mondo con il nostro punto di vista umanistico, dobbiamo cambiar modo di leggere il mondo. Sta diminuendo la capacità di tradurre un segno grafico in immagini e gli editori, purtroppo, seguono questo percorso. Questo è pericoloso. Ogni volta che leggo un libro devo entrare in crisi, è questa la funzione dei libri, perché le mie idee hanno bisogno di essere continuamente modificate. Se io leggo. il dolore occupa un piccolo settore della mia psiche".
Fatica che gli italiani, leggendari pigroni, non vogliono forse più fare. E questaè la nostra tragedia: diventare un popolo di ignoranti.
(cperer)
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