Uno spettro si aggira per l'Europa...
ll politicamente corretto - di Thierry Vissol
di Thierry Vissol - Sono ancora tanti i pregiudizi verso il diverso e le minoranze razziali o di genere. Tante sono le ingiustizie sociali e razziali, reali e ingiustificabili, le discriminazioni e le violenze subite. Questa situazione provoca la rabbia delle popolazioni emarginate, stufe della passività delle istituzioni e delle autorità di fronte al razzismo, all'ingiustizia sociale, al sessismo, all’omofobia, alla transfobia e che, per queste ragioni denunciano queste situazioni inique.
Nessuno può mettere in dubbio la legittimità delle battaglie contro le discriminazioni, contro il sessismo e la misoginia, il razzismo, le disuguaglianze, né l’importanza politico-sociale di permettere alle minoranze di esprimere i propri disagi e le loro rivendicazioni che non vengono prese in nessuna considerazione dai politici e dai media mainstream. Tuttavia, il fine non può mai giustificare i mezzi, particolarmente lo stato di guerra creato tra i due estremi della società.
Di fatto, da più anni, prima in America poi anche in Europa, si stanno scatenando delle guerre sante, tribunali senza magistrati ne competenze giuridiche, spesso anacronistiche, non sempre basati sulla storiografia, contro chi esprime opinioni fuori dalle righe, voci ritenute dissonanti, pericolose o odiose. Attivisti scatenati censurano o disprezzano tutti coloro che la pensano diversamente, considerandoli come fautori di discorsi di odio e da eradicare, principio di base della Cancel culture.
Riducendo la diversità al colore della pelle, alla religione, al sesso e all’orientamento sessuale considerano che il linguaggio, la storia, l’arte, la musica, la letteratura - presente e passata -, e l’educazione dovrebbero essere ripuliti da tutte le offese, reali o fittizie, contro i membri di queste comunità minoritarie razziali o di genere.
Non esitano attraverso azioni coordinate sui social network, a lanciare delle forme di fatwa per censurare, boicottare o umiliare pubblicamente individui le cui opinioni o comportamenti sono ritenuti offensivi, imbarazzanti o giudicati divergenti da questa nuova ideologia intollerante e bellicosa della benevolenza oltraggiosa. Utilizzano l’arma dei social network per minare la carriera o la reputazione delle voci dissenzienti, come dimostrano centinaia di casi attuali.
E, purtroppo, per vari motivi non sempre rispettabili, molti sono gli intellettuali, gli artisti, gli studenti universitari e, sempre di più, politici che sostengono questi anatemi e ostracismi e che molti media scimmiottano per fare udienza. Queste rivendicazioni identitarie si trasformano in una nuova forma di tirannia che ne altera il significato e provoca un clima generale di intolleranza e violenza crescente che invece di contribuire a ridurre le ingiustizie e i pregiudizi alimentano l’odio, le ingiustizie e giustificano atteggiamenti e, in alcuni paesi, legislazioni retrograde. Mettono in pericolo la capacità di vivere insieme in pace, la democrazia e la libertà d’espressione.
È di questa cultura della cancellazione e del politicamente corretto che raccontano le 56 vignette satiriche realizzate per la 17 ͣ edizione del festival culturale internazionale Lectorinfabula della fondazione Giuseppe Di Vagno (1889-1921), il deputato socialista assassinato dai fascisti e del quale volevano cancellare la memoria.
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