''L'Uomo della Sindone'' di Marco Fasol e Corona Perer
Nel 2008 alla BBC gli esperti ammisero che l'analisi al carbonio 14 erano sbagliate
E' stata esposta e contemplata via streaming: mai successo prima, poteva accadere solo ai tempi del Covid. Per la Pasqua 2020 il sacro telo è stato esposto da Torino e offerto al mondo come segno ''per'' il mondo. E' l'immagine più famosa e controversa. Le nuove generazioni della Sindone sanno poco o nulla o soltanto una cosa: che è un falso del Medioevo. Non è così e a dirlo sono stati gli stessi studiosi che lo avevano in un primo tempo sostenuto.
Nel 2008 dai microfoni della BBC ammisero che l’analisi al carbonio 14 (che alla fine degli anni '80 datò il telo al Medioevo) era non attendibile e persino “sbagliata”.
“L’uomo della Sindone, un’immagine tra scienza e mistero” scritto da Marco Fasol e Corona Perer (ediz. Grafica, euro 12,00), allinea le evidenze scientifiche a favore e contro il prezioso telo con una tecnica originale. Gli autori si chiedono: cosa avrebbe dovuto sapere il falsario per farla così bene? Avrebbe dovuto conoscere la fotografia, conoscere e aver censito 56 pollini individuati sul telo e magari usare sangue di due cadaveri ma dello stesso gruppo sanguigno (perché è certo che le macchie sul telo siano di un uomo ferito e sanguinante).
Se Fasol tratta il telo da un punto di vista scientifico, Perer da giornalista ne analizza la portata sul piano della comunicazione alla luce del Vangelo di Marco riletto secondo la teoria della Comunicazione di massa. Papa Francesco ha venerato la Sindone nel 2015. Il sudario che avvolse il corpo di Gesù è sempre stato al centro di tesi contrapposte. E non smetterà di esserlo perchè è "il" mistero.
Ma cosa dice al credente di oggi questo reperto? "E' il segno del bene che vince sul male, un messaggio di amore contro l'attuale crisi della società" dice l'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia. "E' un segno di speranza per le sofferenze del mondo, tra cui l'arcivescovo cita anche "gli estremismi e le violenze contro le persone innocenti".
Il dietro-front degli scienziati andato in onda la sera del Sabato Santo della Pasqua 2008, impressionò il mondo ma non ebbe la stessa presa mediatica che aveva avuto la loro errata analisi venti anni prima.
Al tempo stesso in questi ultimi 30 anni, varie scienze come archeologia, botanica, fisica e chimica hanno definito almeno dieci prove che fanno risalire il reperto con certezza al I° secolo d.C.
Cosa avrebbe dovuto sapere il falsario per farla così bene? Avrebbe dovuto conoscere la fotografia, conoscere e aver censito 56 pollini individuati sul telo, 3 dei quali tipici di Gerusalemme. Impensabile per l'epoca. Ammissibile per chi ha fede e crede nella potenza del Mistero.
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