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Vanda Piffer e i processi... bestiali

Intervista all'autrice Grazia Corte

''Vanda Piffer e i processi bestiali'' è l'ultimo giallo di Grazia Corte (Edizioni Disegnograve), il settimo di una lunga e fortunata serie che ha inaugurata una sorta di ''saga'' con protagonista una vulcanica e imprevedibile investigatrice: Vanda Piffer. L'avevamo lasciata in un villino con degli scorpioni pericolosi (sesto episodio), e questa volta se la deve vedere con dei processi... bestiali, nel vero senso della parola.

Abbiamo intervistato l'autrice per saperne di più.

Grazia Corte, subito una domanda:  il titolo si riferisce alle proverbiali e movimentate udienze in tribunale della nota protagonista dei suoi gialli? Agli scontri in aula con l'odiato Procuratore Platzer, oppure a qualche pasticcio dovuto alla sua proverbiale irruenza?
Al contrario. L'avvocata Piffer, nello svolgimento della sua professione, è gelida, scrupolosa, quasi maniacale! Si prepara moltissimo e vince quasi sempre... Non sappiamo molto della sua carriera precedente  il suo ritorno a Bucholz, in Alto Adige, ma anche altrove è piuttosto  nota.

Forse anche per le sue intemperanze, non trova? Comunque, non mi ha risposto: perché definire “bestiali”, questi processi?
Semplicemente perchè gli imputati erano delle bestie, cioè dei veri animali, non in senso figurato...

In che epoca, scusi? E quali animali? E perchè?
Immagino che la prossima domanda sarà :“ e che c'entra Vanda Piffer?”. Bene, andiamo con ordine. A partire dal quindicesimo secolo, in tutta Europa, furono istruiti e promossi dalla Chiesa innumerevoli procedimenti penali a carico di animali ritenuti nocivi.
Erano maiali, cani, bruchi, api, cavallette, sorci, talpe, bisce, scorpioni, orsi, mosche, tori, buoi, gatti, lumaconi, ma persino anguille, sanguisughe e rondini.

Accusati di che?
In genere, di fatti banali: i sorci divoravano le scorte nei granai, le cavallette i raccolti, i bruchi i germogli negli orti e via dicendo. Nel caso dei cani, potevano avere morso qualcuno o sbranato qualche pecora, i maiali e i buoi avevano ucciso accidentalmente un passante, così come uno sciame di api o di vespe.

 

Immagino che tutto ciò lo si desuma dai documenti processuali...
Certo, anche se questo tipo di fascicoli, come quelli contenenti i verbali dei processi di stregoneria, non è  era di facile accesso agli studiosi. Anche Vanda Piffer, per ricostruire l'enigma che la impegna in questa sua ultima investigazione, incontra molte difficoltà per procurarseli, specie laddove sono gelosamente custoditi, ossia presso l'archivio vescovile.

Ma come si svolgevano questi processi ?
Erano sostanzialmente di due tipi: da un lato, quelli in cui un certo animale era accusato di un'azione criminosa e condannato di persona (per così dire!) come un criminale qualunque. Dall'altro, quelli in cui interi gruppi di animali nocivi venivano accusati di costituire una minaccia pubblica, processati in absentia e trattati, per forza di cose, con altri metodi giudiziari.
I processi del primo tipo, risalenti all'Alto Medio Evo, furono condotti da corti laiche secondo il diritto consuetudinario e, in genere, si trattava di faccende piuttosto terra-terra.
Quelli del secondo tipo furono invece intentati dalla Chiesa a partire dal 1500 e, col passare del tempo, divennero sempre più offuscati da fumi teologici, come ben li definisce Ester Cohen nei suoi studi approfonditi sull'argomento.

Sembrano assomigliare parecchio ai processi per stregoneria...lo stesso impianto, la medesima accusa di  combutta col diavolo...
Esattamente. I processi  “bestiali” furono strettamente connessi allo sviluppo dei processi di stregoneria, ossia finalizzati, nelle intenzioni del potere ecclesiastico, all'eliminazione di un pericolo sociale.

...Con condanne esemplari, si suppone!
Certo. Questi animali “delinquenti” furono trattati alla stregua di imputati umani: catturati, interrogati, torturati, messi al rogo. Un bel po' di gente assistiva allo “spettacolo “finale dell'esecuzione, anche se è improbabile che qualcuno abbia mai portato con sé un maiale ad assistere alla pubblica esecuzione di un suo simile!

Lo scopo qual'era, in definitiva?
Era quello di far rigare dritto il popolo: era agli umani che in tal modo veniva ricordato che cosa spettava ai trasgressori.

Dimostrare anche il potere della Chiesa e dei governanti?
Certo ovvero il potere di sradicare il “crimine”, ovunque si trovasse. Il compito dei tribunali era quello di addomesticare il caos, di imporre un ordine, di dare una spiegazione razionale a certi eventi apparentemente inspiegabili.

Ma tutte queste povere bestie non erano certo consapevoli del “disordine” che avevano creato, no?
Lei tocca il punto fondamentale. Sicuramente, in questo fenomeno giudiziario durato secoli, c'entrava molto l'ossessione medievale per la responsabilità. Ma ci fu anche un altro lato della medaglia, molto interessante: in un certo senso, tutte queste iniziative giudiziarie contro gli animali, finirono per attribuire loro una capacità ( anche giuridica), un'importanza soggettiva oggi impensabile.

Perché?
Nell'epoca contemporanea gli animali sono sostanzialmente considerati, anche dalle leggi, degli oggetti, anche se spesso sono oggetti d'amore come in quelli di affezione.

Torniamo a Vanda Piffer. Cosa le accade in questa indagine sui processi bestiali?
Di tutto, come sempre! La sua inchiesta prende il via, appunto, da un enigma del passato, allorché si trova fortuitamente ospite di una sua vecchia cliente, in un castello dove, a metà del '500, venivano appunto processati gli animali, essendo sede di Pretura.

Esistono ancora delle castellane, al giorno d'oggi?
Qualcuna si. La cliente in questione è la contessa Gudrun Von  Wolkenstein, che le appioppa un pericoloso incarico. Non posso dire quale, ovviamente.

Può dirmi, senza svelare troppo, cosa rischia l'imprudente avvocata Piffer?
La vita, oltre che la reputazione. La sua “caccia investigativa” la conduce alle soglie di luoghi segreti, normalmente inaccessibili.

Misteri gelosamente occultati per secoli, viene da pensare...
Misteri vecchi, ma anche nuovi, legati al castello e all'ambiente ecclesiastico. Affrontati e svelati con caparbietà e coraggio. Una determinazione, quella di Vanda, ai limiti della spericolatezza...

Trattandosi di un'investigatrice anticonvenzionale, vulcanica e invadente, come l'avvocato Piffer, c'era da aspettarselo...
Direi di si. Ma il gusto sta sempre nello spingersi oltre le convenzioni, non trova?

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VANDA PIFFER E I PROCESSI BESTIALI
Edizioni Disegnograve, 
prima edizione settembre 2024
pagine 170, euro 16,00.

Distribuzione: nelle librerie Ancora e Ubik di Trento
Libreria Cappelli di Bolzano
oppure
sullo shop online di www.disegnograve.it  > clicca qui


Autore: Corona Perer

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