Arte, Cultura & Spettacoli

Rovereto, le bende miracolose che abbelliscono l'ospedale

Ha 10 anni la scultura realizzata da Vincenzo Settipani

La vediamo spesso e l'abbiamo vista di frequente in questi ultimi tempi durante le cronache del Covid19 quando l'Ospedale di Rovereto è diventato centro di riferimento. La diamo ormai per scontata, parte del paesaggio, tanto discreta è la sua posizione. Stiamo parlando dell'opera d'arte che 10 anni fa è stata posizionata nello spazio antistante l’ingresso del complesso ospedaliero e che ha portato ad un riordino complessivo dell'area. Venne realizzata dall'artista siciliano Vincenzo Settipani dopo un attento studio storico sulla intitolazione del Presidio a Santa Maria del Carmine.

L'artista partì da una seria lettura dei cenni storici della devozione a S. Maria del Carmine, un avvenimento prodigioso avvenuto il 16 luglio 1251 quando appariva la Vergine Santa a San Simone Stock d’origine inglese, che da qualche anno reggeva le sorti dell’Ordine inglese e, porgendogli lo Scapolare, gli diceva: “Prendi, o figlio dilettissimo, questo Scapolare del tuo Ordine, segno distintivo della mia Confraternita. Ecco un segno di salute, di salvezza nei pericoli, di alleanza e di pace con voi sempiterno. Chi morrà vestito di questo abito, non soffrirà il fuoco eterno”.

La scultura che oggi vediamo sul lato destro è costituita da una colonna di base quadrata è stata concepita in ogni suo lato come “l’abitino” devozionale con uno scapolare scolpito in bronzo dorato e modellato come se fosse una vela gonfiata dal vento.

“Mi sono ispirato alla condizione fisica e psicologica della persona sofferente. Fisicamente il primo segno di riconoscimento immediato di una persona malata si identifica nelle bende o garze che può avere addosso" racconta Settipani. "L’altro segno che evidenzia la condizione psicologica è meno riconoscibile, ma c'è in tutti: il forte desiderio di guarigione. Quest’ultimo può essere laico o religioso” spiega Settipani che vive ad Alcamo in provincia di Trapani ed uscì vincitore da un bando di gara indetto dall'Azienda Sanitaria che vide partecipare circa 90 partecipanti da tutte le parti del mondo (oltre agli italiani, c'era un egiziano, russi e spagnoli).

La teca si trova accanto una struttura ha pianta a forma trapezoidale, una pensilina realizzata con profilati in acciaio inox delle dimensioni ha un disegno a maglia romboidale dove ad ogni incrocio è collocato un faretto ad incasso che illumina la copertura durante le ore notturne dando il gradevole effetto di “cielo stellato”. La forma trapezoidale della pensilina consente la visibilità ai locali soprastanti semplificando anche un problema pratico (la manutenzione e pulizia dei vetri nella parte superiore).

La colonna con l’espositore dello scapolare in bronzo dorato è illuminata dall’esterno con quattro faretti mentre all’interno dell’espositore c'è un apparecchio illuminante che illumina lo scapolare dall’alto.

Il significato iconografico e iconologico non è lasciato al caso. “Se si guarda con occhio laico, si riconoscono nella colonna a sinistra  le bende slegate e protese verso la strada, cioè da Corso Verona. Considerando il binomio malattia-guarigione, prevale la guarigione e il recupero della salute. Se lo si guarda con occhio religioso la colonna a destra, con base quadrata mostra al suo interno uno scapolare in bronzo dorato, memoriale della devozione della Madonna del Carmine apparsa a San Simone Stock. Un segno di salute tramandato dall’iconografia cristiana in tutte le opere che  trattano la figura  della Madonna del Carmine”.

La visibilità della scultura bronzea è consentita da quattro lati, nord, sud, est e ovest, riprendendo l’antico significato teologico di estensione alle quattro parti del mondo.
E l’area dell’ingresso è stata modificata semplicemente nelle aiuole antistanti. Per il resto in fase di allestimento l'artista lavorò a mano senza interferire con il prezioso lavoro del pronto soccorso che all'epoca  avveniva ancora da quel punto.

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