Viaggi & Reportages

Turismo in Giordania, numeri importanti

Visit Jordan: ''Restiamo una meta sicura''

Il turismo in Giordania registra ancora numeri importanti e grande interesse fra gli italiani. Tuttava la cruenta guerra di Israele verso Gaza, che sta infiammando il Medioriente, preoccupa anche la Giordania che fa sapere di essere ancora una meta sicura. Il direttore generale del Jordan Tourism Board, dr. Abed Al-Razzaq Arabiyat, ha emesso una nota per rassicurare sulla situazione corrente in Giordania.

''La Giordania è un Paese stabile e moderato e continua a essere una destinazione turistica sicura e accogliente. In questo periodo di alta stagione sta accogliendo migliaia di visitatori dall'Italia e da tutto il mondo, che si godono il viaggio senza alcun problema. Tuttavia, le forti reazioni emotive suscitate dal drammatico conflitto in corso oltre confine, in Israele, Cisgiordania e Striscia di Gaza, sta spingendo molti turisti a posticipare o cancellare il loro viaggio in Giordania. Questo avviene senza reale necessità e senza che la Farnesina abbia emanato alcun avviso in questo senso''

Visit Jordan vuole quindi rassicurare  i viaggiatori italiani, che possono continuare a visitare la Giordania con la massima tranquillità.

La Giordania ha registrato un successo senza precedenti nel nostro mercato, con l'Italia primo Paese europeo per arrivi turistici, che a settembre hanno superato quota 107.738, triplicando ampiamente i numeri del 2022. I numerosi collegamenti aerei, tra i fattori di successo della destinazione, sono stati ulteriormente potenziati per l’inverno 2023/24 con voli diretti per Amman da cinque aeroporti e per Aqaba da tre scali nazionali.

''L’Italia è un mercato cruciale per la Giordania'' dichiara Marco Biazzetti di Visit Jordan.''La Giordania piace a segmenti diversi di visitatori, nel 2024 intendiamo puntare su target specifici. Il Regno del Tempo, come recita il nostro slogan, è molto più di Petra, e offre una varietà di motivazioni di viaggio.”

Il Regno Hashemita è una mèta di tour culturali, ma offre anche una vasta scelta di attività outdoor, eventi sportivi e musicali di livello internazionale, così come strutture e servizi di alta gamma. Nel corso dell'estate 2023 è stata anche semplificata l'entrata nel paese. È stato abolito il QR code per entrare in Giordania. Non è più necessario registrarsi con i propri dati sul sito governativo prima della partenza e non c’è più alcun QR code da mostrare al momento del check-in in aeroporto.

Per viaggiare nel Regno Hashemita sono necessari il passaporto con validità residua di almeno sei mesi e il visto turistico, che si può ottenere online, attraverso il sito ufficiale eservices.moi.gov.jo o tramite l'applicazione MOI del Ministero dell'Interno giordano. Si paga online l'importo dovuto e si ottiene conferma dell'emissione del visto, da stampare e portare con sé. Sono esenti dal pagamento del costo del visto i titolari del “Jordan Pass”, che include l’accesso gratuito a oltre 40 siti turistici (informazioni su www.jordanpass.jo) e i visitatori che entrano in Giordania da Aqaba, con soggiorno minimo di tre notti in Giordania.

Cinque gli aeroporti italiani (Roma Fiumicino, Milano Malpensa, Bologna, Venezia Marco Polo e Venezia Treviso) che offrono collegamenti diretti, anche low cost.

4.2.2024
info www.visitjordan.com

***

Petra e la saggezza dei Nabatei

Nè assiri, nè egiziani, nè persiani ma sicuramente ... grandi ingegneri

(Reportage di Corona Perer - aprile 2015) -  Probabilmente venivano dallo Yemen, non erano quindi nè assiri, nè egiziani, nè persiani come hanno sostenuto diverse teorie. Erano però grandi ingegneri, abilissimi commercianti, e soprattutto astuti gestori dell'acqua, un bene comune prezioso nel deserto, indispensabile per la propria gente ma anche per i carovanieri che bussavano alla loro porta. 

I Nabatei avevano avuto contatti con tutte le civiltà del tempo e già nel 500 a.C. avevano fatto della loro città non solo un capolavoro,  ma una sorta di Hub ante-litteram doveva avveniva lo scambio delle merci di tutto l'Oriente. Scavarono Petra nella roccia, e la città oggi è giustamente considerata l'ottava meraviglia al mondo.

Oggi i Nabatei abitano ancora questa valle. Anche il venditore di souvenir che accetta di fare una foto e ti offre un bicchiere di succo di melograno, discende da questa nobile stirpe. Nel suo volto c'è il fascino di un paese che resta nel cuore e spesso diventa - tra i ricordi  - ''il viaggio della vita'', quello che non si può più scordare.

il venditore di souvenir (Petra, 2015 - Corona Perer - riproduzione vietata)

 

Petra è un colpo al cuore - indimenticabile - per ogni turista che abbia la fortuna di visitare la Giordania ed è il gioiello più prezioso del suo turismo, un capitolo di storia che non smette mai di stupire e di svelare tesori. Ci si arriva dopo aver percorso il Wadi Siq una lunga gola silenziosa, con canyon alti 80 metri  e stretti tra i 4 e i 12 metri in un'atmosfera così ovattata da sembrare di camminare in una sospensione del tempo. E' l'urlo di chi precede ad avvisare - prima di averla vista -  che la facciata del Tesoro della Città è vicina.

 

Immediatamente si entra in una atmosfera da fiaba, velocemente interrotta dai flash delle foto ricordo, dai figuranti in costume  che posano con i turisti per qualche dinaro, con la pittoresca polizia in costume tipico che presidia il luogo osservando - discreta e silenziosa - l'andirivieni di persone in preda allo stupore.

La città della quale si era a lungo favoleggiato in un diario dell'VII secolo fu individuata nell'800 da Johan Burkhart, esploratore ed orientalista svizzero, che riuscì a convincere un beduino a farsi mostrare ciò su cui aveva a lungo indagato. Il momento da lui a lungo atteso era stato preceduto da un meticoloso lavoro di mesi che lo portò a mimetizzarsi tra gli arabi cambiando nome, lingua e assumendo i loro costumi.

I beduini in realtà conoscevano da sempre quel luogo, ma non avevano alcun interesse a renderlo pubblico. Burkhart scoprì Petra il 22 agosto 1812 e descrisse alla perfezione quanto visto in un diario che venne alla luce solo nel 1828, cioè 11 anni dopo la sua morte avvenuta in Egitto nel 1817.
Da allora cominciarono gli scavi che nel '900 hanno dato luogo a incredibili rivelazioni. Il recupero dell'acqua fa dei Nabatei dei geni: neanche una goccia andava sprecata.

Perciò scavarono un sistema di canali per deviarla, e dighe e cisterne per raccoglierla e distribuirla nei terrazzamenti per l'agricoltura. Il problema iniziale per loro era stato anche difendersi dalle periodiche inondazioni.

La loro grande capacità si nota anche nella pendenza dei canali che è da manuale ingegneristico: non supera mai l'1,5% lungo i 13 chilometri di canalizzazioni. I Nabatei erano anche ottimi rabdomanti: sapevano trovarla, ma  soprattutto sapevano come non perderla: ciò che cadeva dal cielo (poco più di 250 millimetri all'anno) non veniva disperso nonostante il terreno sabbioso. Raccoglievano tutto e subito, persino la rugiada, aiutandosi con i sassi.

La Tomba di Re Ereta IV è chiamata "il tesoro" di Petra, sulla facciata convergono temi architettonici greci. In base agli studi più recenti tutta Petra si configura come un enorme complesso sepolcrale, dove confluiscono vari stili architettonici di culture con le quali i Nabatei erano evidentemente venuti a contatto. Ma nella città c'era anche spazio per i vivi come dimostra il Teatro con 4000 posti a sedere. Ciò significa l'esistenza di una cultura e di un'organizzazione sociale  per poterne godere nel tempo libero.

 

La straordinaria capacità nel commercio che fece di Petra il crocevia di tutto il medioriente per il mercato della seta e delle spezie, scomparirà con l'arrivo dei Romani che conquistano Petra e ne fanno il loro deposito merci. Successivi terremoti di potenza distruttiva, come quello del 747 d.C. portarono al declino e alla scomparsa dei tesori di Petra.

Oggi l'immenso patrimonio nabateo richiama turisti da tutto il mondo. Il vicino villaggio di Wadi Mussa alle porte dell'area archeologica sta  conoscendo una nuova stagione di benessere con alberghi e servizi per il turismo.
I residenti si attrezzano in ogni modo: chi con la carrozzella, chi con il cammello o l'asino, altri con i souvenir, tutti vivono della luce rosa riflessa da Petra.

Molti ritengono la Giordania un paese pericoloso.  La sfortuna di questo paese è stare attorno a paesi belligeranti tra loro. E' come l'occhio del ciclone: tranquillo, mentre tutto attorno vertiginosamente gira. Lo spirito pacifico di questo popolo si riassume in un esempio: 7 fratelli di cui 6 in litigio fra loro. Uno di loro, al centro, è invece pacifico e semmai cerca di metterli d'accordo. Potremmo dire per questo che è pericoloso come gli altri?

Per richiamare i turisti di tutto il mondo nel 2015 è scesa in campo anche la Regina Rania, pr del proprio paese: ha raccolto la stampa internazionale per lanciare un appello e assegnare il compito di raccontare lo spirito tollerante della sua gente. C'era anche Giornale SENTIRE tra le 14 testate italiane  ammesse all'incontro in un gruppo più ampio di 150 giornalisti da tutto il mondo. "Fate sapere che abbiamo molto da offrire e che i turisti sono i migliori ambasciatori della tolleranza: siamo un popolo che ha buone relazioni con tutti" ha detto.
E la conferma è stata data in questi ultimi anni, in cui la Gordania ha accolto migliaia di profughi. Con i suoi 740.160 rifugiati, pari a 89 ogni mille abitanti, la Giordania è il secondo paese al mondo per numero di rifugiati.

Nel 2015 si sono celebrati i 200 anni dalla scoperta di Petra, la città dei Nabatei - con una mostra al Museo Nazionale Giordano di Amman dove si conservano eccezionali reperti e dove è stata raccontata la  grandezza e la saggezza dei suoi antichi costruttori, già al tempo in relazione con il mondo.

(20.3.2015 reportage) foto e testi  | RIPRODUZIONE VIETATA


Autore: Corona Perer

www.giornalesentire.it - riproduzione riservata*

Gallery

Commenti (0)