Si è spenta la voce di Luis Sepulveda
Lutto nel mondo della cultura: è morto a causa del Covid19
Luis Sepulveda non ce l'ha fatta: è morto a causa del Covid19. Lo scrittore, giornalista, sceneggiatore, regista e attivista cileno naturalizzato francese aveva 70 anni. Aveva contratto la malattia agli inizi di marzo, nell'ospedale di Oviedo, in Spagna.
Nato in Cile, Sepúlveda aveva lasciato il suo Paese al termine di un'intensa stagione di attività politica, conclusasi drammaticamente con l'incarcerazione da parte del regime del generale Augusto Pinochet. Ha viaggiato a lungo in America Latina e poi nel resto del mondo, anche al seguito degli equipaggi di Greenpeace. Dopo aver risieduto ad Amburgo e a Parigi, è andato a vivere in Spagna, nelle Asturie.
Cresciuto a Valparaíso, in Cile, con il nonno paterno e con uno zio di forte fede anarchica, che gli instillarono l'amore per i romanzi di avventura di Cervantes, Salgari, Conrad, Melville, manifesta una vocazione letteraria già a scuola dove scriveva racconti e poesie per il giornalino d'istituto.
Quindicenne si iscrisse alla Gioventù comunista. A diciassette anni iniziò a lavorare come redattore del quotidiano Clarín e poi in radio. Nel 1969 vinse il Premio Casa de las Americas per il suo primo libro di racconti, Crónicas de Pedro Nadie, e una borsa di studio di cinque anni per l'Università Lomonosov di Mosca. Nella capitale sovietica rimase però solo pochi mesi; venne infatti espulso per "atteggiamenti contrari alla morale proletaria" a causa dei contatti con alcuni dissidenti, secondo altri avrebbe avuto una relazione con una professoressa che, oltretutto, era moglie del direttore dell'Istituto ricerche marxiste e dovette rientrare in Cile.
A seguito del colpo di Stato militare di Pinochet, Luis Sepúlveda, che si trovava nel palazzo presidenziale (dove morì Allende), venne arrestato e torturato. Passò sette mesi in una cella minuscola in cui era impossibile stare anche solo sdraiati o in piedi. Grazie alle forti pressioni di Amnesty International venne scarcerato e ricominciò a fare teatro ispirato alle sue convinzioni politiche.
Questo gli costò un secondo arresto: data la notorietà del personaggio, la giunta militare, che in quegli anni fu responsabile del dramma dei desaparecidos cileni, lo processò ufficialmente ed egli ebbe una condanna all'ergastolo che poi, sempre su pressione di Amnesty International, fu commutata nella pena di otto anni d'esilio. In tutto passò due anni e mezzo in carcere.
E' autore di grandi successi e best seller internazionali non solo la "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare" suo grade successo mondiale ma anche romanzi sull’eterna lotta tra il bene e il male. Autore di libri di poesia, «radioromanzi» e racconti – oltre allo spagnolo, sua lingua madre, parlava correttamente inglese, francese e italiano – aveva conquistato la scena letteraria con il suo primo romanzo, ''Il vecchio che leggeva romanzi d'amore'', apparso per la prima volta in Spagna nel 1989 e in Italia nel 1993. Amatissimo dal suo pubblico, in particolare dai lettori italiani.
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