Piazza Flaminio a Vittorio Veneto (foto: BUR Veneto)
Piazza Flaminio a Vittorio Veneto (foto: BUR Veneto)
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Vittorio Veneto, città dei tesori nascosti

Sulle orme di Lorenzo da Ponte, collaboratore di Wolfgang Amadeus Mozart

(Corona Perer) - Vittorio Veneto, è una città dai tesori nascosti. Siamo nell'alto trevigiano. Arrivando a Vittorio bisogna girarsi per bene la strade antiche di Serravalle, e fermarsi nella spendida Piazza Flaminio in riva al fiume Meschio, il vero salotto cittadino.

Piazza Flaminio ha preso il nome da un illustre serravallese, religioso, dotto umanista, poeta e scrittore. Lo spazio è il risultato di vari interventi: dapprima in epoca cinquecentesca e poi nell'800. Colpisce per l'armonia delle forme, la pavimentazione in pietra d'Istria e la disposizione degli splendidi palazzi di epoca rinascimentale. Vi domina la trecentesca Torre Civica, con la bifora della cella campanaria e i quadranti di due grandi orologi; quello inferiore risalirebbe al 1334 ed è uno dei più antichi d'Europa.

Il Palazzo della Comunità, antica sede del governo cittadino, ospita oggi il "Museo del Cenedese" dove sono esposti reperti di età romana e medievale, stemmi podestarili e una collezione di opere d'arte.

L'antica loggia della comunità di Serravalle

Serravalle è un gioiello architettonico e precede la nascita di Vittorio insieme a Ceneda, oggi frazione, che diede i natali al librettista di Mozart, Lorenzo da Ponte, uno degli illustrissimi della città.

All'epoca del Da Ponte, però, Vittorio Veneto non esisteva. A Ceneda, nell'attuale via Manin, c'è la casa abitata fin dal 1727 dalla famiglia dei  Conegliano dove nacque  Emanuele Conegliano, figlio di Geremia. Convertitosi a 14 anni e divenuto l'abate Lorenzo Da Ponte,  era destinato a diventare uno degli intellettuali dell'Illuminismo europeo.
La sua fama è legata al sodalizio artistico con Wolfgang Amadeus Mozart, con il quale collaborò alla nascita dei tre maggiori capolavori del compositore salisburghese: “Le Nozze di Figaro”, il “Don Giovanni” e il “Così fan tutte”. Da Ponte fu autore, poeta e divulgatore - in particolar modo nel mondo anglosassone - dei classici italiani tra i quali Dante.

La città nacque dunque dopo. Esattamente il 27 settembre 1866 con l’unione dei preesistenti comuni di Ceneda e Serravalle. Assunse il nome di “Vittorio” il 22 novembre 1866 in omaggio a Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia. L’appellativo “Veneto” venne ufficializzato, assieme al conferimento del titolo di città, nel 1923 con regio decreto.

A partire dalla fine dell’Ottocento, vennero creati i nuovi quartieri attorno alla strada che collegava le due antiche cittadine: l’attuale Viale della Vittoria. L'unione doveva essere fisica e così con il municipio venne posto a metà strada. Tuttavia la città continua ancora oggi a dimostrare una certa bipolarità, e in effetti Ceneda e Serravalle, nonostante la vicinanza, hanno identità storiche ben distinte.

La città è ricca di musei: ce ne sono ben 9.  Il citato Museo del Cenedese ospitato nella Antica loggia della comunità di Serravalle. E poi l'Oratorio dei Santi Lorenzo e Marco della confraternita di Santa Maria dei Battuti di Serravalle con splendidi affreschi della 400, la Galleria Civica d'arte medievale moderna e contemporanea Vittorio Emanuele II che ospita una ricca pinacoteca del Novecento, il Museo della Battaglia che racconta la Grande Guerra, il Museo del baco da seta che racconta la storia della Vittorio industriale legata alla produzione della seta, Palazzo Minucci De Carlo che ospita tesori e stanze in stile decadente e dannunziano, il Museo Diocesano d'arte sacra Albino Luciani voluto dal futuro Papa Giovanni Paolo I quando era ancora vescovo di Vittorio Veneto (prima di diventare Patriarca di Venezia),  il Museo di Scienze Naturali Antonio De Nardi, il Museo della Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Tiziano da più di un millennio il centro della vita religiosa di Ceneda e della diocesi di Vittorio Veneto e molti altri luoghi di interesse artistico storico e culturale.

Bisogna darsi il tempo di  salire al santuario di Santa Augusta che è la patrona e viene festeggiata ogni anno a Ferragosto, e bisogna anche spingersi verso l'antica Pieve di Sant'Andrea e il castello di San Martino.

foto: www.turismovittorioveneto.it

 

L'identità della città di Vittorio Veneto è invece legata alla guerra: è stata protagonista sul fronte italo-austriaco della omonima battaglia che pose fine alle ostilità tra i due paesi sul finire della prima guerra mondiale. È dunque la città “simbolo” della Grande Guerra ed è legata al mondo dei Fabbri e del ferro battuto.

L’arte della Guerra del resto ha sempre “segnato” questa città fin dalle origini: infatti qui venivano forgiate le armature e le spade che resero invincibile e leggendario l’esercito della Serenissima. La sua storia è dunque antica e cruciale nel destino del Veneto e della potenza dei Dogi.

Corona Perer
(2021)

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LE CELEBRAZIONI DEL 2021
PRETE, INTELLETTUALE ED AMBASCIATORE


(maggio 2021 - C.Perer) - Prete spretato, avventuriero e dongiovanni? No: fine intellettuale, piuttosto, ed editore tra Londra e New York. Per valorizzare la figura di Lorenzo Da Ponte e rendere omaggio ad un concittadino che fu ambasciatore della cultura italiana nel mondo e stava dietro le quinte - ma era parte della fortuna mozartiana -  l’Amministrazione comunale di Vittorio Veneto, ha promosso delle celebrazioni nel 2021.

Il Museo del Cenedese nella Antica loggia della comunità di Serravalle è il luogo dove è conservata l'unica immagine iconografica che dà il volto a Lorenzo Da Ponte. La tela fu dipinta da mano anonime, e l'autore ignoto si ispirò a sua volta ad un dipinto di Nathanie Rogers.

Nato a Ceneda, nell'attuale via Manin,  abitata fin dal 1727 dalla famiglia dei  Conegliano. Emanuele Conegliano, figlio di Geremia si converte a 14 anni e diventa l'abate Lorenzo Da Ponte. È destinato a diventare uno degli intellettuali più famosi dell'Illuminismo europeo.

La sua fama è legata al sodalizio artistico con Wolfgang Amadeus Mozart, con il quale collaborò alla nascita dei tre maggiori capolavori del compositore salisburghese: “Le Nozze di Figaro”, il “Don Giovanni” e il “Così fan tutte”.

La mostra di Palazzo Minucci-De Carlo la mostra "Sulle orme di Lorenzo da Ponte", è nata sulla base delle ricerche e gli studi di Giampaolo Zagonel.

Lo studioso possiede una collezione dapontiana che racconta la figura del grande Cenedese ma anche l’importante produzione letteraria che Da Ponte diede alle stampe sia in qualità di autore, a cominciare dalle sue celeberrime e rare Memorie sia come stampatore ed editore tanto, a Londra quanto New York. 

Una raccolta di documenti e scritti originali che rappresenta un unicum senza rivali  tra le collezioni private dedicate al librettista di Mozart.

La statura dell'intellettuale per  troppo tempo fu vittima di un'errata percezione: per molti secoli narrato come prete-spretato, dongiovanni e uomo braccato dai debiti. Una visione che ha fatto ombra ai suoi meriti intellettuali che oggi vengono riscoperti grazie agli studi condotti dal prof. Zagonel.

Grazie a queste ricerche è stato possibile il superamento dell’immagine distorta che ha imprigionato il Da Ponte nella parte di un «avventuriero». In realtà fu protagonista nel panorama culturale europeo del suo tempo, come hanno ricordato le autorità negli interventi ufficiali.

La mostra omaggio e le celebrazioni del 2021 furono aperte da un concerto in onore della sensibilità del Da Ponte musicista, con le due cantanti soprano Maria Francesca Mazzara e Maria Grazia Marcon, insieme al baritono Eugenio Leggiadri Gallani accompagnati al pianoforte da Davide Da Ros sulle celebri arie tratte da ''Le Nozze di Figaro'', il ''Don Giovanni'' e il ''Così fan Tutte''.


Autore: Corona Perer

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