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Modena, la Bella Signora

Week-end in una delle più belle città d'arte italiane

E' la città del prosciutto buonissimo, della filosofia in piazza, dell'aceto Balsamico e di Ciro Menotti che in piazza sembra intenzionato a sfidare ancora oggi il Duca. Al cospetto del monumento e guardandolo a tutto tondo, Palazzo Ducale sembra una meravigliosa e poderosa quinta. Questo è il salotto buono di Modena, da dove si dipartono le vie dello shopping di una città prosperosa e benestante.

Volendo definire Modena viene mente il paragone con una bella Signora, matura negli anni, ma ancora bella, piena di stile, di esperienza e per questo affascinante. Non a caso Modena divenne Capitale di Stato dalla fine del '500 al 1859 grazie agli Este.

 

Il giro in città può partire proprio da Palazzo Ducale oggi sede della gloriosa Accademia Militare di Modena (la visita va prenotata). Costruito in stile barocco a partire dal 1634  - laddove sorgeva l'antico castello - prende forma su progetto dell'architetto romano Bartolomeo Avanzini. Ha ospitato per più di due secoli la corte estense poi imparentatasi con gli Asburgo. Il cortile d'onore ospita il famoso Ballo delle Debuttanti e salendo il maestoso scalone si possono immaginare gli ufficiali e il loro andirivieni tra le varie porte del piano nobile dove un tempo c'era l'appartamento dei Principi.

La visita a Palazzo Ducale inizia dal Parlatorio dei Cadetti. Il corso di studi prevede un biennio comune sia i Carabinieri che gli uomini dell'Esercito italiano, che poi proseguono per le rispettive scuole di specializzazione oppure si laureano come ufficiali medici, veterinari, ingegneri, scienze strategiche o giurisprudenza (i corsi universitari si tengono dentro l'Accademia).

La corte trasmette il fascino armonioso e le proporzioni care a Vitruvio con due piani colonnati. Se ne può visitare solo una parte - è di fatto una città nella città - ma se ne esce ripagati dai ritratti degli Estensi, dal maestoso ed elegante scaone d'onore di stile barocco ma con statue di epoca romana (Minerva e poi la Prudenza e l'Abbondanza) che al duca arrivarono dalla villa di Tivoli. Minerva in particolare era nella piazza di Modena, dove Napoleone aveva fatto togliere la Madonna, a favore della dea della Guerra, che trasmette razionalità e bellezza. Il trasferimento causò la rottura del braccio e la mutilazione si nota ancora oggi sulla Minerva che è tornata al suo posto originale, là dove il Duca d'Este l'aveva inizialmente collocata.

Molto elegante il salone d'onore decorato dalla quadreria e candelabri originali (927 candeline) e una volta affrescata del 1696 con l'unione di Amore e Psiche, dipinto in occasione del matrimonio tra l'ex-cardinale  Rinaldo che lascia l'abito talare per dare discendenza al casato impalmando Carlotta, nobildonna bavarese. Qui si teneva il Ballo delle Debuttanti, prima che venisse spostato nel rinascimentale cortile per problemi di staticità del Salone. 

Dalla "rossa" sala del trono, abbellita da specchi rococò, è possibile sbirciare nello studiolo dorato del Duca, la "chicca" del palazzo: il settecentesco salottino tutto rivestito d'oro zecchino è datato 1752 e viene realizzato da Michele Savatore Veneziano. Era il luogo dove il duca accoglieva riservatamente e firmava i suoi ordini e decreti. Tra questi anche quello di impiccagione per Ciro Menotti, il giovanotto che da sotto la piazza non ha smesso di insidiare il Palazzo con il tricolore pronto ad essere sventolato.

 

Nato a Carpi, Menotti muore a soli 33 anni a Modena. Un rivoluzionario impavido e un eroe romantico, adorato dagli italiani dell'800 per essere stato un precursore dei moti del 1831 e del Risorgimento (non a caso Garibaldi chiamò "Menotti" il suo primogenito).

A proposito di tricolore, il Museo dell'Accademia conserva le sue primissime versioni nella Sala delle Bandiere dove si vede la prima bandiera della Repubblica Cisalpina, accanto ai ritratti dei suoi allievi più illustri: da Camillo Benso Conte di Cavour a Vittorio Emanuele ed hanno studiato qui strateghi e generali, il fondatore della Fiat Giovanni Agnelli, Francesco Baracca e Vittorio Alfieri. Ritratti austeri in una sala dal magnifico soffitto a cassettoni lignei (che originariamente ospitava opere del Tintoretto oggi alla Galleria Estense), ricordano gli uomini che hanno condotto l'Esercito. Questa Accademia ha sfornato -  per fare qualche numero -18  generali d'armata e 30 ministri per l'Italia repubblicana. Oltre 110 mila i giovani che qui hanno studiato, 781 sono anche morti in battaglia, 501 di loro hanno avuto la Medaglia d'Oro al valor militare. La Biblioteca Militare ospita almeno 400.000 volumi su guerre e strategie miitari e archivi "ben forniti".

Il momento migliore per visitare Modena è nell'ultimo week-end del mese quando è possibile  tuffarsi nella Fiera antiquaria in cui espongono antiquari ambulanti, artigiani restauratori e commercianti di antiquariato in sede fissa. La fiera si svolge il 4° sabato e domenica di ogni mese, escluso luglio.

 

Bellissimo girovagare tra abbigliamento vintage, pellicce in disuso, gioielli, mobili e lampadari. C'è di tutto, e c'è soprattutto la città che pulsa in Piazza Grande sulla quale si affaccia il belissimo Duomo romanico con apparati scultorei ed il rosone del XIII secolo sul portale maggiore. Sul lato meridionale si aprono la porta del Principe, mentre sul lato settentrionale si trova la porta della Pescheria.

All'interno del Duomo l'atmosfera si fa subito rarefatta. Lasciato alle spalle il vociare della piazza, si incontra all'ingresso la statua con il volto severo di San Gimignano vescovo. Si impone subito allo sguardo del visitatore il bellissimo pontile, che reca rilievi risalenti a 1165, sull'altare maggiore sotto al quale c'è la cripta con la tomba del patrono e la "Madonna della pappa" in terracotta policroma di Guido Mazzoni, scolpita attorno al 1480.

Modena è la città della Ghirlandina, la torre già arrivata al quinto piano nel 1184, un vero grattacielo per l'epoca, ma terminata nel 1319. Pensata come torre campanaria, in realtà ha sempre svolto anche funzioni civiche, perchè dalla sua sommità i custodi segnalavano l'apertura delle porte cittadine e sorvegliavano i forzieri della Comune che si affaccia sulla stessa Piazza Grande, ed è a sua volta un bellissimo palazzo. Al suo interno è conservata la secchia rapita sottratta secondo la tradizione dei modenesi e bolognesi nel 1325 nella battaglia di Zappolino.

Duomo Ghirlandina e Piazza Grande, sono riconosciuti dall'Unesco come Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Così come sono padroni del buongusto prosciutto e aceto balsamico, prodotti tipici di Modena, città che si gira agevolmente a piedi e si assapora anche nel mercato storico e coperto degli Albinelli, dove c'è chi vende, chi contratta e chi nel gran vociare si legge pacifico il giornale sorseggiando un caffè.

 

Per un week-end consigliamo l'Hotel Principe Modena in Corso Vittorio Emanuele, un 4 stelle molto vicino alla stazione ferroviaria e nelle immediate vicinanze di Palazzo Ducale, esterno alla Ztl e quindi raggiungbile in auto. La struttura ha cambiato gestone di recente dopo alcuni restauri e ammodernamenti. Buono il rapporto qualità-prezzo delle sue 50 camere (si parte da 99 euro a camera in doppia per pernottamento e prima colazione), ma è proprio la posizione il must: a pochi passi c'è anche il Museo Enzo Ferrari e non occorre fare tanta strada per raggiungere Palazzo dei Musei dove si trova la Galleria Estense che conserva capolavori del Correggio, Guido Reni, El Greco, Guercino, Tintoretto, oltre a strumenti musicali atichi, gioielli, un ritratto del duca Francesco I d'Este opera di Velasquez e il busto realizzato dal Bernini.

E per mangiare? Cercate i bistrot dove si assaggia lo gnocco fritto, c'è anche quello gourmet, tutto nero perchè preparato con farina di carbone accompagnato a rucola e carne cruda: una delizia.

 

Per una visita a Modena
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Autore: Corona Perer

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